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Nicola Cantalamessa - Papotti
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Nasce ad Ascoli Piceno nel gennaio 1831 e dopo i primi studi nelle scuole cittadine, fa da apprendista nella bottega artistica dei fratelli Emidio e Giorgio Paci.
Fin da giovane si appassiona alla scultura, si trasferisce quindi a Roma per iscriversi all'Accademia di San Luca, fu allievo dello scultore Pietro Tenerani, presidente dell'Accademia e tra i più importanti interpreti del "purismo".
Nel 1877 anche Nicola ne diventa un insegnante, tra i suoi allievi si ricorda il pittore friulano Giulio Justolin.
Il suo primo lavoro è presso la corte di Ferdinando II Re di Napoli, per quale realizza "Sant'Emidio che battezza Polisia", al quale sarà molto legato perché raffigurava una scena legata al territorio piceno.
Da qui la sua notorietà andrà mano a mano crescendo, sia in Italia che all'estero, partecipando alle esposizioni del 1867 a Philadelphia, 1893 a Chicago e 1904 a Saint Luis, negli Stati Uniti.
Lavora molto a Roma dove lascia diverse opere come il bassorilievo "Il sogno di Giuseppe", uno dei quattro del basamento della colonna dell'Immacolata Concezione, tra piazza di Spagna e piazza Mignanelli. Famosi sono i due gruppi scultorei che fino al 1931, erano installati sulla facciata di Palazzo Koch, sede della Banca d'Italia, rimossi per questioni di stabilità, raffigurati anche sul verso di alcune banconote.
Nella sua città natale realizza il monumento funebre ai coniugi Mazzoni nella chiesa di San Francesco, si ricorda anche l'altorilievo posto sulla Rocca Abbaziale di Subiaco. L'ultima opera fu una delle Vittorie alate, posizionata sulla prima colonna trionfale a sinistra del Vittoriano o Altare della Patria, realizzato dal conterraneo Giuseppe Sacconi.
Morirà a Roma nell'agosto del 1910.

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