Di stirpe nobiliare, aveva preso parte a tutte le lotte civili e politiche che si susseguivano ad Ascoli nei decenni tra il 1550 e il 1560.
Nel 1561 la sua vita turbolenta ebbe una svolta cruenta rimanendo coinvolto nell'oscura vicenda dell'omicidio di Tommaso di Sebastiano Cazzotti, marito di sua cugina Costanza.
Rifugiatosi nelle montagne che circondavano Ascoli, le sue azioni presero una piega sempre più ideologica e le sue imprese sanguinose fecero sì che si inimicasse le autorità.
Con l'occupazione di Castel Trosino, il Parisani coinvolse anche Acquasanta.
La caccia e le vicissitudini furono incessanti tra boschi, valli, castelli e casolari.
Lunghissimo l'elenco di omicidi, stragi e rapine che si consumavano nei dintorni di Ascoli.
Le strade che partivano dalla città erano diventate del tutto insicure, ed ogni paese poteva essere occupato da un momento all'altro da banditi di qualsiasi risma.
Dopo molte altre sanguinose vicende, il Parisani forse aveva concluso le sue vendette o aveva capito che cambiando completamente vita poteva guadagnare molto denaro. Passò quindi al servizio dei Savoia.
Morì col grado di governatore delle armi di Pisa, dopo aver partecipato alla conquista di Siena.
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