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Menichina Soderini
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Gentildonna di una delle più nobili famiglie ascolane, Menichina fu una famosa donna "d'arme"; si distinse per aver battuto nei frequenti tornei cavallereschi i più abili cavalieri maschili. Era soprannominata "la guerriera".
Nel 1462 prese parte alla "giostra" in Piazza Arringo con il bolognese Ludovico Malvezzi, il quale, per non essere battuto, adottò numerose tattiche di allenamento ammalandosi di pleurite per gli eccessivi sforzi fisici e poco tempo dopo si spense. Venne sepolto nel Duomo della città picena.
Dotata di uno spirito guerresco molto forte, nel 1459 Menichina partecipò con le milizie della sua città agli scontri cruenti contro Giosia d'Acquaviva, Duca d'Atri, il quale, nella lotta per la successione al trono di Napoli, si era impossessato dei castelli di Controguerra e Colonnella, terre sotto il dominio ascolano.
Nella battaglia che concluse la contesa le milizie di Ascoli riportarono una strepitosa vittoria cosicché al loro rientro in città furono accolte in maniera trionfale. Alla testa dei soldati vi era il Confaloniere Lenti, seguito da numerosi nobili e da un carro trionfale sul quale stavano in assetto di guerra le valorose guerriere picene tra cui la Soderini e Flavia Guiderocchi, donne che si erano particolarmente distinte sul campo di battaglia: ai loro piedi incatenati vi erano numerosi prigionieri tra cui spiccavano il nipote di Giosia, Filippo, ed il comandante delle truppe avversarie, Francesco da Celano.

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