Personaggio storico, condottiero e uomo di armi, in sintesi colui che diede vita alle fortune della famiglia Guiderocchi, dinastia che, grazie a quelli come lui, iniziò la scalata al potere cittadino e ad essere protagonista delle vicende che influenzarono e condizionarono la vita della città di Ascoli Piceno.
Argillano nacque nel X secolo e crebbe nelle "risse civil d'odio e sdegno", come scrisse Torquato Tasso.
Argillano fu un condottiero orgoglioso, a volte crudele a volte magnanimo. Nel corso della sua movimentata esistenza finì in prigione ed anche in esilio a seguito delle lotte tra i ghibellini (di cui faceva parte) e i guelfi.
Anni dopo, quando venne riammesso ad Ascoli, non si farà scrupoli di tornare alla ribalta con avvenimenti sanguinosi.
Nel 1095 Urbano II chiamò a raccolta i popoli cristiani per la crociata, ovvero strappare le terre sante agli infedeli musulmani. Argillano, quasi convertito o forse convinto dalle parole del vescovo, vide nell'impresa un riscatto e una purificazione delle sue azioni, tant'è che si mise a disposizione della città per guidare una milizia, e nel 1096 ricevette la nomina di Comandante del contingente ascolano: 1400 uomini in arme e 14 capitani pesantemente armati partirono dalle rive del Tronto alla volta della Puglia, dove si uniranno al condottiero Beomondo da Taranto, uno dei più grandi strateghi della crociata.
Nei campi di battaglia Argillano confermerà le sue doti pregne di impeto e di audacia, nonchè la sua grande sete di sangue che lo portarono alle porte di Gerusalemme, dove perirà durante l'assedio per la conquista alla città santa.
Morte gloriosa o no, a distanza di secoli queste vicende continuarono a perpetuarsi, fino ad arrivare alle orecchie di Torquato Tasso che, alla corte di Urbino nel 1557, rimarrà affascinato dai racconti di Aurelia Guiderocchi, tanto da dedicare ad Argillano alcuni versi contenuti nella sua più grande opera: “La Gerusalemme Liberata”.
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