Si trova nella parte terminale di Corso Mazzini, nel settore orientale della città, là dove il corso inizia a curvare prima di congiungersi con il Corso Vittorio Emanuele, davanti alla chiesa del Carmine, nei pressi del ponte di Porta Maggiore.
Dirimpettaio del più famoso ed elaborato Palazzetto Capodacqua, nasce come molti altri edifici del XVI secolo, riaccorpando delle strutture precedenti e conferendogli una facciata ed un aspetto interno, consoni alle ricchezze dei proprietari. Ad oggi, non sono stati trovati eventi legati alla storia del bene, perciò si rimanda a ricerche future. Si nota comunque, che per la sua realizzazione, viene chiusa una stradina sulla sinistra della facciata, dove ora c'è un'inferriata, per ricollegarlo all'edificio adiacente. Inoltre, sembra che tra le due strutture ci sia una sorta di continuità, soprattutto nel basamento, probabilmente parte della stessa proprietà.
Ricalca lo stile dei palazzi rinascimentali in voga ad Ascoli in quel periodo, sull'architrave vi è inciso il nome del proprietario, tale Iacobus Turreri, inframmezzato dal monogramma di Cristo. Il portale inoltre, mostra una cornice scolpita ed una grande mensola lavorata, che separa la struttura dal tipico lunotto superiore incorniciato, che si va a fondere con la fascia marcapiano che corre lungo la facciata. Lo spazio interno del lunotto è tamponato da un muretto in mattoni, forse un tempo intonacato ed affrescato. Sempre al pianterreno, si aprono due finestre rettangolari disposte ai lati dell'ingresso, di cui una mostra un passato ampliamento, finestre molto simili sono visibili più o meno alla stessa altezza, nell'edificio a sinistra. Altri accessi murati si notano alla sinistra del portale, una piccola porticina ad arco contornata in mattoni, poi se ne trova un'altra più ampia, del quale è ben visibile l'architrave, sull'estrema destra dell'edificio.
Il primo piano, come già menzionato, è separato dal pianterreno da una cornice ben lavorata, questa funge da mensola anche alle finestre, che non mostrano particolari lavorazioni. Sono simili anche le finestre del secondo piano, che però sembrano distinguersi per la mensola singola alla base. Sulle murature sono visibili le tracce degli edifici precedenti, o di eventuali restauri, costituite soprattutto da pietre squadrate ed inserti in mattoni.
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