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Palazzo Panichi
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Collocato sul lato nord di piazza Arringo anche palazzo Panichi, come molti altri edifici ascolani, si è sviluppato su dei nuclei abitativi preesistenti medievali. In questo caso, sono ancora visibili il basamento di una torre all'interno del palazzo e tracce di finestre archivoltate su via dei Bonaccorsi, risalenti al XIII secolo. Il palazzo fu fatto costruire intorno la metà del Cinquecento da Giovanni Maria Spinola, il cui nome è ricordato nei fregi delle finestre del primo piano e in due epigrafi poste sulle porte dell'androne.
La facciata, molto sobria, improntata ad un semplice classicismo dalle linee regolari, si presenta ripartita da cornicioni marcapiano. Il bel portale ha una cornice di bugne a dimensioni alternate ed è coronato da una voluta in funzione di chiave di volta. Al piano terra si aprono finestre di forma quadrata. Più elaborate le finestre del piano nobile: le parti originali cinquecentesche, visibili in travertino, presentano una cornice, la già citata fascia con le iscrizioni e un'architrave in aggetto. In seguito nel XVIII secolo vennero ridefinite le modanature con un intervento a stucco, con l'aggiunta delle volute a orecchio ed il frontone curvo con rientranza concava baroccheggiante. Al centro dei frontoni compaiono valve di conchiglia.
Le finestre del secondo piano si sono conservate nella forma originaria cinquecentesca, mentre il cornicione che completa l'edificio fa parte dell'intervento settecentesco: esso presenta una decorazione a triglifi e valve di conchiglie. Sempre nel settecento fu eseguita l'intonacatura della facciata e vennero realizzati i soffitti a cassettoni del piano nobile. All'ingresso si trova un piccolo cortile con archi a tutto sesto di laterizi, sostenuti da colonne ioniche al pian terreno e doriche al primo piano (solo su un lato).
Il palazzo è oggi sede del Museo Archeologico Statale.

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