Intitolato alla nobile famiglia dei Bonaparte, il palazzo venne edificato tra la fine del XIII e la prima parte del XIV.
Nel 1507 la struttura divenne proprietà del Canonico Francesco Salvi, come si legge sul fregio del portone principale, e a venderlo al Salvi fu la famiglia Serianni, che ne deteneva la proprietà da circa 150 anni.
Subito iniziarono i lavori che dovevano apportare migliorie e furono commissionate decorazioni scultoree che lo resero unico ed inconfondibile. Secondo fonti storiche il progetto e la realizzazione dei fregi sono opera del Venturi, che proveniva dalla scuola del celebre architetto senese Francesco di Giorgio Martini, mentre Giuseppe Fabiani, biografo ascolano, ipotizza la mano di Pietro da Carona, rilevando una similitudine tra il portale del Palazzo ed il portale della chiesa fanese di San Michele.
La costruzione della struttura architettonica è impostata su due ordini di conci squadrati di pietra di travertino, mentre le mura esterne sono finemente lavorate da pietre intagliate che adornano sia le porte d'ingresso che le finestre. Gli architravi presentano un ricca alternanza di vari simboli e fregi come sirene, grifi, cavalli marini e delfini con code intrecciate che con gusto particolare si trasformano in eleganti e sobri fiori, steli e foglie.
Spiccano nella facciata le tre finestre del primo piano che, in seguito a restauri seicenteschi, seguono l'antico disegno e ripropongono le croci guelfe all'interno delle luci, mentre nel secondo piano sono abbellite da pilastri e architravi con suggestivi fregi.
Il portale principale, con la sua lunetta sovrapposta che viene sorretta da due angeli, presenta dei pilastri lungo i quali sono raffigurate corazze, balestre, spade, elmi, tamburi e altri simboli di ordine militaresco.
Molto interessanti e particolari sono le attestazioni in latino, presenti nelle porte di sinistra e di destra dell'androne, che testimoniano l'importanza di questo palazzo di Ascoli.
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