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Frazione maggiormente sviluppata ed abitata, è sede del comune sparso di Roccafluvione. Gode di una posizione strategica, lungo la pianeggiante vallata del Fluvione, in corrispondenza con la confluenza del torrente Marsia, che appunto dà il nome all'abitato. Un luogo di passaggio dove giungevano le strade che, attraversando il Ponte Nativo, collegavano la frazione ai comuni limitrofi, vie alternative alla Salaria, da sempre gradite ai briganti che in varie epoche caratterizzeranno la zona. Si riporta una leggenda sull'origine del paese che si vuole edificato dal senato ascolano, a ricordo di una vittoria su una legione Marsa della Sarmazia. Altra leggenda fa risalire il borgo alle rivolta degli italici: quando i Piceni di Ascoli si ribellarono alla romana e per risposta la città fu assediata da Strabone, il padre di Pompeo Magno, un contingente di Marsi accorse in aiuto della città, insediandosi lungo il Fluvione. Di certo si sa che fu uno dei primi insediamenti civilizzati della regione: nel XIX secolo sarà ritrovato il famoso ripostiglio contenente vari oggetti di uso comune, come coltelli e bracciali, risalenti all'età del bronzo, proprietà di un artigiano del XI e X secolo a.C. Nell'alto medioevo la zona ricade molto probabilmente nei possedimenti farfensi annessi alla chiesa di Santo Stefano Protomartire, poco distante dall'attuale incasato; con la discesa degli imperatori germanici, nel XII secolo, il territorio passerà sotto le mani del vescovo-conte di Ascoli. Nel 1381 è sottoposto al sindacato di Vallicella, che nel 1482 verrà sottomesso al podestà di Rocca Casaregnana e vi rimarrà fino all'epoca napoleonica, quando entrerà invece nel "Dipartimento del Tronto". Durante la successiva restaurazione del 1815 passa temporaneamente sotto l'amministrazione di Venarotta insieme a Vallicella, Vetoli e Monestino; l'anno seguente ritornerà sotto Rocca Casaregnana fino all'unità d'Italia. A seguito della riforma territoriale del nuovo stato, nel 1863 il municipio di Rocca Casaregnana verrà rinominato Roccafluvione e quattro anni più tardi verranno accorpati gli antichi comuni di Osoli, e Rocca Rionile e le frazioni distaccate da Venarotta: Casacagnano, la Valcinante e parte dell'ex municipio di Pizzorullo. Difficile fu la scelta della nuova sede del palazzo comunale, che avrebbe dovuto rappresentare il vasto territorio dei tre comuni dismessi; le assemblee comunali di Rocca Casaregnana avvenivano nella chiesa di San Nicolò di Casaregnano, inadatta alle nuove esigenze. Fallita l'ipotesi di una sede nella popolosa Agelli, venne scelta la comoda Marsia, che divenne nuovo capoluogo nel 1875.
L'antico incasato di Marsia si colloca raggruppato attorno a poche strette vie, poco dietro l'attuale palazzo comunale, dove le piane che contornano le rive del Fluvione cominciano a risalire rapidamente verso le montagne. Alcuni resti di casa-torre danno lustro al borgo, che in generale è stato restaurato preservandone parzialmente l'antico fascino; la via principale serpeggia attraverso gli edifici risalendo fino ad un ampio spiazzo dove si trova la fontana pubblica. La parte nuova del capoluogo si stende lungo la vecchia strada statale "Picena" che collega Ascoli con Macerata: il grande traffico su questa arteria ha sollecitato nel tempo la nascita di numerose attività commerciali che riforniscono i locali ed i passanti. Oltre ai tipici servizi che può offrire, Marsia vanta anche un moderno complesso sportivo con un fornito palazzetto dello sport, campi da tennis, da calcio e da bocce, nonché un'area per esercizi all'aperto.

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