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Romolo Spezioli apparteneva ad un'antica famiglia fermana, ma i suoi avi non furono oculati nella gestione finanziaria.
Per anni gli Spezioli risiedettero a San Angelo in Pontano e la loro rinascita incominciò grazie a Nicola che riuscì a stringere amicizie importanti, che permisero di poter tornare a vivere nella città del Girfalco.
Romolo studiò e divenne medico. Conseguita la laurea esercitò a Grottammare, poi a Ripatransone e quindi a Jesi.
Nel 1675 si recò a Roma dove iniziò l'attività professionale, e ben presto la sua bravura lo fece conoscere ed apprezzare alla nobiltà ed al clero.
La permanenza nella città del papi coincise con la morte di un altro importante marchigiano, il dottor Cesare Macchiati, che era stato per anni medico della regina Cristina. Questo episodio cambiò la vita dello Spezioli poichè venne scelto proprio lui come sostituto del suo defunto conterraneo e collega. Si narra che tale scelta scaturì da un colloquio tra il medico e la regina durante il quale egli diede prova un un'ottima preparazione, suggerendo un'adeguata cura ad un disturbo che angustiava la regina da tempo. Lo Spezioli rimase a corte dal 1675 al 1689, anno in cui Cristina morì.
L'essere stato medico di una monarca aveva dato al marchigiano fama e prestigio. Molte personalità e prelati di curia si contesero le sue consulenze mediche.
All'eta di cinquant'anni Spezioli diede una nuova svolta alla sua vita: decise di indossare l'abito talare. Si ritirò dalla professione medica nel 1691, anno in cui si spense Alessandro VIII, per dedicarsi completamente alla missione sacerdotale.
L'illustre medico morì a Roma nel maggio del 1723 e fu sepolto, secondo la sua volontà, nella chiesa di Santa Maria in Vallicella.
Nel documento testamentario lascia alla Compagnia di Gesù tutte le sue proprietà, e donò alla città natale 12000 volumi di argomentazione medico/scientifica, molto ricercati e di valore.

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