Nardi nasce a Teramo nel 1833, figlio del poeta Antonio e nipote dell'omonimo Gianfrancesco che era stato agronomo e socio fondatore della Società Economica d'Abruzzo. Fu il primo fotografo professionista abruzzese. Dopo gli studi nel Real Collegio della sua città, all'inizio degli anni Cinquanta dell'Ottocento, si trasferì a Napoli per frequentare l'Accademia di Belle Arti e nel capoluogo partenopeo ebbe la folgorazione per l'arte fotografica. Tornato a Teramo dopo il 1859, si arruolò nella Guardia Nazionale partecipando alla lotta al brigantaggio. In questo periodo storico realizzò numerosi ritratti di ambientazione militare. Nel 1861 prese in moglie Filomena Rozzi appartenente ad una delle famiglie più importanti di Teramo. Le risorse della moglie unite alle sue gli consentirono di praticare la fotografia senza l'assillo del guadagno ad ogni costo.
Dopo il 1862 avviò una capillare campagna di documentazione della città di Teramo e su altri territori della provincia. Sono del Nardi le più antiche fotografie conosciute raffiguranti il Gran Sasso d'Italia. Il suo nome è legato alla pubblicazione del portfolio "Ricordi di Teramo", considerato la prima guida fotografica della città uscita nel 1881 dopo un attento studio di ricerca svolto per oltre due anni.
Nel 1867 partecipò all'Esposizione Universale di Parigi con una serie di ritratti fotografici acquerellati a mano. Nel 1884 è a Torino per l'Esposizione Nazionale, in questa occasione effettuò un vero e proprio reportage all'interno dei padiglioni della mostra. Cinquanta di queste stereoscopie sono ancora oggi conservate presso la Biblioteca Provinciale Melchiorre Delfico di Teramo.
Di carattere mutevole e di vena polemica, il Nardi si impegnò anche nel giornalismo spesso con toni eccessivi ed aspri che gli provocarono odi, inimicizie e problemi giudiziari. Si dedicò anche alla pittura in particolare nel campo della ritrattistica, purtroppo l'archivio dell'artista andò quasi del tutto perduto ma la documentazione rimasta è sufficiente alla ricostruzione della sua opera, i dipinti rimasti sono conservati nel Museo Civico di Teramo e presso numerose collezioni private.
Di grande interesse è la collezione degli autoritratti fotografici, realizzati nel corso di una decennale carriera. Recentemente sono stati pubblicati gli scatti contenuti in un album di famiglia conservato dagli eredi. Si spense nel 1903.
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