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Nasce a Ripatransone nel dicembre del 1894 nono di dodici figli.
Dopo i primi studi, frequenta l'istituto tecnico che interrompe per emigrare negli U.S.A. ma nel 1915, torna in Italia per arruolarsi come soldato nel Primo Conflitto mondiale, sarà inviato sulle colline del Carso dove rimane ferito. Finita la guerra, riprende gli studi interrotti e nel 1921, consegue il diploma di insegnante elementare presso la Regia Scuola Normale di Ripatransone, quindi inizia la carriera di insegnante che lo porterà a girare molte provincie delle Marche centro meridionali. Si distinse per competenza e professionalità, nel 1925 ebbe l'incarico di direttore di zona presso l' "Ente contro l'analfabetismo", in una visita ispettiva nel maceratese conosce Giuseppina Michelangeli, maestra di San Ginesio che sposa nel 1928.
Quando l'ente viene soppresso nel 1935, torna all'insegnamento a Ripatransone e con altri autorevoli concittadini si adoperò per ripristinare la Regia Scuola Normale, con la nuova denominazione di: Istituto Magistrale Statale "Luigi Mercantini". Fu sua l'idea di istituire in alcuni locali del Seminario Vescovile, il Convitto Maschile "Emidio Consorti" con l'intento di favorire le iscrizioni al nuovo istituto, di studenti non residenti. Nel 1939 per suo interessamento in alcuni locali di Palazzo Bonomi fu inaugurato un corso serale di disegno riservato agli operai e artigiani del luogo. Nominato Commissario Prefettizio del comune dal 1941 al 1944, in tale veste promosse insieme al Prof. Giuseppe Maria Boccabianca un comitato per le manifestazioni commemorative del centenario della nascita del pedagogista ripano Emidio Consorti. Per facilitare lo studio e l'apprendimento da parte degli alunni, inventò e realizzò ingegnosi sussidi didattici, sopratutto per la conoscenza dell'astronomia, materia di cui era un ottimo conoscitore essendo stato aiutato da suo fratello Cesare: religioso, erudito e docente affermato in varie materie, comprese le scienze matematiche e astronomiche ed iscritto alla Società Astronomica di Francia.
Nisi mette a punto grazie alle sue conoscenze "l'Elioplanetografo", il "principe" degli apparecchi didattici e scientifici di quei tempi, uno strumento che riproduce il moto reale dei pianeti, della luna del sole in relazione alle costellazioni. Visualizza anche l'alternarsi del giorno e della notte, il succedersi delle stagioni, l'eclissi, le fasi lunari, dei pianeti interni e degli equinozi. Aggiunse un manuale didattico di quarantotto pagine dove sono riportate le "Nozioni di cosmografia" conosciute al momento elencate nel dettaglio, seguono pagine dove sono rappresentati i fenomeni astronomici ai quali la Terra e gli altri corpi celesti "Danno luogo vagando nel Cielo". L'opera si chiude con i giudizi lusinghieri espressi da numerose personalità come gli astronomi italiani come: Pio Emmanuelli dell'Osservatorio Vaticano, Assunto Mori professore di Geografia nel Regio Istituto Superiore di Roma e molti altri, compreso il monterubbianese Oreste Murani professore emerito del Regio Politecnico di Milano. Nel 1936 "l'Elioplanetografo" fu premiato dalla Reale Accademia Italiana e nel dicembre del 1937 il Ministro dell'Educazione: Giuseppe Bottai, elogiò l'apparecchio. A partire dal 1952 l'elioplanetografo fu prodotto in un nuovo modello di trecento esemplari, acquistati da istituti di tutta Italia, lo stesso Augusto si fece promotore della divulgazione nelle scuole del Piceno, provvedendo direttamente al montaggio e alla prova dimostrativa del funzionamento.
Ideò anche nel 1940 "La Terra ai raggi del sole", premiata dalla reale Accademia d'Italia, ovvero un elegante soprammobile per scrivania ed al tempo stesso apparecchio didattico funzionante con la luce del sole. Posto alla luce l'apparecchio riflette sul globo il circolo d'illuminazione e tutti i fenomeni astronomici relativi alla terra. Negli anni Cinquanta Nisi congegnò una sorta di pianola utilizzando materiali facilmente reperibili, il progetto fu presentato alla Farfisa, ma la fabbrica di strumenti musicali di Camerano, in provincia di Ancona, non si dimostrò interessata ma pochi anni dopo incominciò a produrne in serie uno molto simile al suo. Dopo questa delusione distrusse quasi tutti i suoi prototipi nel suo laboratorio casalingo.
Fu anche un uomo di vasta cultura, la sua poliedricità lo condusse a dattiloscrivere preservandola dalla dispersione l'unica opera manoscritta rimasta di Doroteo Spina, notaio seicentesco locale, intitolata "Cronaca di Ripatransone dal 1720 al 1762". Dopo il suo pensionamento nel 1961, pubblicò diversi testi sempre riguardanti le materie scolastiche e didattiche.
Si spense nell'ottobre del 1974 ed alla cerimonia funebre partecipò tutta la popolazione.

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