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Nasce nella cittadina ripana nel gennaio del 1844, da una famiglia nobile: il padre Filippo era marchese, mentre la madre, Ippolita Compagnoni, aveva ereditato il titolo di contessa. Apprende le prime lezioni in casa da precettori privati e continuò gli studi presso il Seminario Vescovile sito a Ripatransone, istituto che godeva di ottima fama nelle Marche; già dodicenne si era appassionato alla cultura classica e all'archeologia. Pochi anni più tardi il padre lo manda a studiare nel prestigioso Collegio romano, dove eccelle in molte discipline, e anche per queste doti viene nominato dal papa nativo di Senigallia, Pio XI, "cameriere privato" (il pontefice era stato in gioventù amico e compagno di scuola del genitore). Molto fruttiferi per Alessandro furono gli anni passati alla corte dell'ultimo papa-re, dove approfondì ed allargò i suoi orizzonti, che spaziavano dall'archeologia alle nuove tecniche della fotografia. Alla morte di Pio XI nel 1878, il Bruti Liberati tornò nella sua Ripatransone per dedicarsi attivamente all'amministrazione dei beni di famiglia, dimostrandosi da subito molto attivo alla vita pubblica della cittadina, dove fu eletto governatore in diverse Confraternite. Con grande passione e competenza il marchese Alessandro diresse il Museo Civico ripano, donando molti oggetti che furono rinvenuti nei suoi possedimenti, e oggetti d'arte che aveva acquistato nei suoi viaggi in Italia. Nominato presidente del consiglio amministrativo dell'Ospedale San Giovanni di Ripatransone, diede alle stampe nel 1880 il libro "Monete Inedite Pontificie". Il Bruti Liberati fu uno dei primi pionieri della fotografia nel Piceno: il suo immenso materiale era frutto di anni di lavoro, i suoi scatti fotografici erano di ben tremila lastre, che catalogò con cura ed estrema puntigliosità. Ristasse molti aspetti della vita quotidiana di Ripatransone oltre alle bellezze architettoniche della cittadina, con perizia e maestria straordinarie. Fu, insomma, un vero "fotoreporter": nel 1987 con il titolo "Archivio fotografico del Marchese Bruti Liberati" fu pubblicato un volume che accoglie in larga parte l'immensa produzione fotografica, testimonianze di immagini del territorio piceno di fine Ottocento; vi furono in seguito ancora molteplici pubblicazioni, ed anche passaggi in trasmissioni televisive. Si spense nella sua Ripatransone nel dicembre del 1914, il cordoglio fu generale.

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