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Collocata in una suggestiva cornice paesaggistica, trovandosi immersa nel verde della boscaglia della località di Tronzano, si potrebbe pensare che le attrattive della chiesetta di Sant'Emidio siano limitate ad un solo punto di vista naturalistico. In effetti architettonicamente l'edificio non presenta alcun elemento di rilievo, presentandosi come un semplice corpo quadrangolare costruito in blocchi di pietra arenaria, con una copertura a spioventi. Sul retro è innestato un altro corpo più piccolo, con la funzione di sagrestia.
Nessun elemento decorativo compare a caratterizzare l'insieme. La compatta facciata è fornita del solo ingresso principale: un arco a tutto sesto composto da conci di travertino poggiante su dei sobri pilastrini. Un ingresso laterale, sempre formato da conci di travertino, si apre sulla parete destra, mentre sul fondo della chiesa si innalza il piccolo campanile a vela. La piccola pieve sorgeva vicino ad un convento, di cui adesso rimangono solo delle rovine, delle quali un architrave reca la datazione del 1541.
Altro discorso bisogna fare per quanto riguarda l'interno, poichè varcando la soglia della chiesetta di Tronzano, possiamo renderci conto di come questa possa essere considerata un vero e proprio santuario della devozione popolare a cavallo del XV e XVI secolo. Le pareti dell'edificio conservano infatti diversi affreschi in buone condizioni, vari riquadri recanti le effigi di santi commissionati da possidenti locali a scopo di intercessione. Gli affreschi sono stati eseguiti da maestranze locali di scuola crivellesca, in una variante più artigianale e stereotipata, rispetto al grande maestro, che li avvicina a Pietro Alemanno. Alcuni riquadri portano anche la datazione delle opere, compresa tra il 1488 e il 1505, nonché il nome della famiglia committente.
È interessante notare, proprio per il fatto che l'intero apparato iconografico di questi affreschi è nato per iniziativa di singoli privati, come ci siano varie ripetizioni di riquadri contenenti lo stesso santo, permettendoci quasi di stilare una classifica della devozione popolare. Spicca fra tutti la figura di San Sebastiano, di cui ne abbiamo una vera e propria teoria nell'angolo tra la parete sinistra e quella di fondo, a confermarci come la devozione verso questo santo fosse molto diffusa nel Piceno tra Quattrocento e Cinquecento, data l'assimilazione delle sue ferite alle piaghe delle pestilenze.
Non può mancare il dedicatario della chiesa, Sant'Emidio, di cui molto interessante è il riquadro a destra dell'altare, il quale, secondo alcuni studiosi, sarebbe stato ricalcato dal cartone usato dallo stesso Crivelli per il Sant'Emidio del polittico della Cattedrale. Sulla parete destra, al fianco di una Madonna col Bambino, un'altra figura molto legata al territorio Piceno, San Giacomo della Marca.
Al centro della parete di fondo troviamo una tela, sempre con l'immagine di Sant'Emidio, copia dell'originale realizzato dal Gabrielli, al di sotto della quale si trova un'altra Madonna in Trono di scuola alemannesca.

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