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Gaetano Orsolini ebbe i natali nella cittadina di Montegiorgio nel Marzo del 1884, e fu un celebre artista che spaziò nel campo della scultura, dell'incisione e della medaglistica.
Nato da una famiglia di intagliatori, fin da bambino fu attirato dai lavori di fantasia che in seguito sviluppò, intraprenendone l'ovvio percorso di studi.
Dopo aver vinto una borsa di studio nel 1905, si trasferì a Firenze dove frequentò dei corsi all'Accademia di Belle Arti, e il suo primo lavoro, datato 1909, fu una statua equestre in onore del Genreale Barrios, commissionato dalla Repubblica dell'Equador.
Nel 1910 venne chiamato per collaborare a Torino, nello studio del celebre scultore Edoardo Rubino, docente dell'Accademia Albertina, che lo volle con sè nella realizzazione del monumento dedicato al Generale Mitre, politico argentino.
Nel secondo decennio del Novecento l'Orsolini partecipò a molti concorsi per monumenti e medaglie in ricordo della Grande Guerra; fu autore dei monumento "Il Fante" (a Courgnè) nel 1922, e sempre in quell'anno a Padova si aggiudicò l'importante appalto per la realizzazione della porta in bronzo dell'Università. Ad Intra (in Piemonte), nel 1925, realizzò l'opera "Faro I", per il Monumento nel piazzale della Vittoria. Nel 1923 fu insignito del titolo di Cavaliere della Corona d'Italia, e nel 1926 partecipò alla Biennale di Venezia con l'opera "La Schiava". Nel 1927 ricoprì l'incarico di docente di Figura Modellata e assistente alla Scultura a Torino.
Il sodalizio artistico con il Maestro Rubino terminò nel 1929, e lui continuò a lavorare in solitario a Portogruaro, nel Veneto, ed infine ancora ad Alessandria, nel 1937, con il progetto "Il Trionfale Ritorno". Anche nelle Marche Gaetano ottenne commissioni, come i monumenti celebrativi ad Ascoli Piceno ("La Vittoria") e nella sua Montegiorgio, con l'opera "Il Combattente".
Specializzato sopratutto in figure statuarie ai caduti, negli anni quaranta del Novecento lavorò costantemente come medaglista raggiungendo traguardi significativi, tanto da poter essere annoverato tra i primissimi italiani in quest'arte. Produsse anche numerose sculture, bozzetti, gessi ed altre opere che sono conservate in collezioni pubbliche, come il Museo del risorgimento e della Resistenza a Ferrara, il Museo della battaglia di Senio di Alfonsine (Ravenna), il Museo Civico di Barletta, e nella Pinacoteca Comunale di Ascoli.
Nell'aprile del 1954 partecipò alla grande mostra collettiva "L'arte dei Piemontesi", affiancandosi a grandi artisti figurativi come Casorati, Menzio, Fait, e Tarantino; questa sarà la sua ultima esposizione poichè si spegne nel Luglio di quell'anno.
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Bibliografia: Mario Liberati, "Montegiorgio nella Storia e nell'Arte", 2008.

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