Lungo la vecchia strada che da Gesso portava a Polica si trova questo piccolo agglomerato di case, avvolto da una rigogliosa macchia, che lo fa spuntare dal nulla. Il villaggio prende il nome dall'omonimo castello che un tempo esisteva nelle vicinanze, citato nei documenti dei signori Monte Passillo e forse possesso degli stessi nel XIII secolo, ma già qualche secolo prima era registrato tra i possedimenti dell'abbazia di Farfa. Viene nominato in seguito nei documenti della cancelleria ascolana quando, nel 1297, il sindaco dell'allora fiorente comunità del sindacato di Settecarpini riconfermava i patti di sottomissione ad Ascoli, diventando, insieme al suo castello, parte del nascente Stato comunale ascolano, subendone le vicende. Con la successiva decadenza, nel XIV secolo, si ritrova sindacato annesso alla giovane podesteria di Comunanza, dove la ritroviamo nei catasti cittadini nel 1554 come villa del territorio comunanzese, rimanendo fino ad oggi sottoposta al capoluogo. Composta da poche case concentrate su un risicato lembo di terreno pianeggiante, lungo le pendici che formano ad ovest la valle del Cinante, nei pressi dell'abitato, sorgeva la chiesa di Santa Maria delle Stelle, demolita e ricordata da un'edicola. Buona parte del paese si è conservato ed è ancora abitato nonostante sia piuttosto sperduto e le condizioni della strada non siano delle migliori; qualche rudere rimane nell'incasato a ricordo di un passato più popoloso.
Autore: Laura Ciotti, Valter Laudadio, Luigi Girolami
Titolo: Da Monte Passillo a Comunanza
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