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Villaggio quasi disperso nei boschi di Comunanza, nei meandri delle vallate a nord del fiume Fluvione.
Poche le notizie sul centro come in generale anche per il resto dell'area, soprattutto per quanto riguarda il periodo alto medioevale, epoca di probabile origine dell'abitato. La chiesa di Gabbiano, dedicata ai Santi Pietro e Paolo, è presente nelle "Rationem Decimarum", i registri delle tasse dovute al papato tra il 1290 ed il 99. Nello stesso documento compare anche un'altra chiesa nel territorio, quella di Santa Maria delle Grazie, anch'essa a poca distanza dal centro, della quale rimane a ricordo solo una cappellina nella chiesa di San Pietro. Sappiamo che nel XIV secolo la villa era compresa nel vicino sindacato di Vindola, sottomesso allo stato d'Ascoli, castello noto alle cronache per essersi ribellato a Galeotto Malatesta. Nel quattrocento il territorio viene accorpato col vicino sindacato di Pizzorullo, centro medievale non troppo lontano dal paese, ora quasi completamente scomparso. Nel secolo successivo l'area diventa un focolaio di briganti, complice il territorio aspro e le numerose grotte e ripari nascosti tra le rocce. Nel XVIII secolo comprendeva spiritualmente le ville di Ficocchia di Vindola e di Lago. Il centro è citato nel 1795 come ancora sottoposto a Pizzorullo, ma nel 1798 si vede la nascita della breve Repubblica Romana, che dichiara la fine dei vecchi ordinamenti. Vengono rivoluzionate le amministrazioni ed il vecchio sindacato viene incorporato nel nuovo "Cantone Rurale d'Ascoli". Col 1808 gli stati pontifici tornano sotto l'occupazione francese, stavolta nel napoleonico Regno d'Italia, che decreta la fine del comprensorio di Pizzorullo. Intanto nel 1810 viene ricostruita la chiesa dei Santi Pietro e Paolo, in sostituzione della precedente sita nei pressi dell'abitato, ormai divenuta pericolante. Dopo la restaurazione il governo pontificio non ripristina gli antichi regimi, crea le Delegazioni Apostoliche, simili alle odierne province. Citato insieme a Vindola, viene nel 1816 compreso nel Governo di Comunanza nel distretto di Ascoli Piceno, fino alle riforme del 1833 quando passa col capoluogo sotto il Governo di Amandola. Ad Italia unita rimane nel municipio comunanzese del quale è ancora frazione.
Si arriva al paese passando per la strada che da Croce di Casale si dirige verso Polverina e Propezzano, in corrispondenza di Vindola si incontra sulla sinistra un ampio bivio. Lo si imbocca seguendo le indicazioni per Gabbiano, altre diramazioni portano a Lago, Vindola e Cerisciolo, da quest'ultima si può anche risalire verso San Giovanni d'Illice. Dopo pochi chilometri tra le vallate boscose, si raggiunge il pianoro dove si adagia il centro, giungendo infine ad una piccola piazza che accoglie i visitatori. Ci troviamo la chiesa, la fontana pubblica, un piccolo parchetto e Palazzo Michetti, il maggiore degli edifici del paese. Tra le prime due si trova una piccola stradina che sale fino al nucleo principale dell'abitato, due file di case addossate l'una alle altre, strette tra una piccola stradina che le attraversa. Tra le varie ristrutturazioni si possono ancora individuare le poche tracce del passato, mentre sul punto più alto dell'abitato svetta una recente villetta. Gradevole è il panorama che si osserva in ogni direzione, tra i boschi e le vallate percorse da diversi sentieri, che fanno del paese un buon punto di appoggio per le escursioni.

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