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Edificio sacro eretto all'interno della frazione Tallacano di Acquasanta Terme.
Conosciuta coi titoli di Sant'Antonio oppure di Santa Maria Annunziata, ma anche come Madonna della Misericordia, si trova nella parte orientale del paese, poco sotto l'area dell'antica rocca. Secondo alcuni studi, il campanile sostituisce la torre principale della fortificazione, conservandone quindi i resti. Come per la chiesa, le fondamenta si aggrappano direttamente alla roccia, e si affacciano su una piccola piazzetta, ricavata nel poco spazio disponibile. Infatti più che di una piazza, si tratta di una serie di livelli posti a differenti altezze, raggiungibili attraverso ripide scalinate. Viene fondata il 31 ottobre del 1400 dai Canonici Lateranensi, che ne ricevono un tributo di cera annuo, nel giorno di Pasqua. All'epoca esisteva già la chiesa di San Pietro, eretta in un pianoro sopra il paese e piuttosto scomoda da raggiungere. Nella visita pastorale del 1480 infatti, vediamo che nella chiesa di San Pietro ci sono poche celebrazioni, effettuate nella più comoda Sant'Antonio. Due anni più tardi è citata in alcuni atti notarili, col nome di Santa Maria Annunziata di "Villa Tagliacani". Subisce probabili lavori di restauro o ampliamento nel 1569, come attesta la data scolpita sull'architrave del portale. Nel XVII secolo i monaci farfensi si riaffacciano sull'acquasantano, cercando di recuperare le proprietà perse nei secoli precedenti. La chiesa vi finisce sottoposta insieme a San Pietro nel 1621, ne scaturisce un conflitto con il vescovo ascolano, terminato solo nel 1666 con un accordo tra le due parti. Con Farfa le due parrocchie di Tallacano vengono accorpate ed officiate da un solo parroco. Grazie all'intervento di Papa Benedetto XIV, volto a frenare la crescita dei farfensi, nel 1747 il vescovo recupera le chiese perdute. Ai monaci rimane solo un possesso simbolico, ed un tributo annuo in cera bianca. Nel 1918 la chiesa di San Pietro viene definitivamente abbandonata, la statua del santo titolare ed altri beni, vengono trasferiti nella chiesa di Sant'Antonio, che nel secondo dopoguerra subisce alcuni interventi di ristrutturazione. La parrocchia vede la sua fine nel 1986, quando un decreto ministeriale, ne sancisce l'accorpamento a quella di Sant'Emidio di Centrale. A seguito degli eventi sismici iniziati nel 2016, si riscontrano diversi danni all'edificio compreso il crollo del tetto, si evacuano le opere d'arte contenute. La chiesa è realizzata con conci irregolari di arenaria locale, ben squadrate sono invece le pietre angolari, dove sulla fila di sinistra, è possibile intravvedere i resti di un'iscrizione. Ha pianta rettangolare con un'unica navata, stretta insieme alla casa parrocchiale, su un piccolo gradone di roccia, più in alto, su un'altra piattaforma, si alza il campanile. La facciata mostra solo un'essenziale ingresso con cornice in pietra, più in alto sostituisce una finestra rettangolare murata, un rosone di gusto contemporaneo. Ancora sopra è ben visibile è trave di cemento che regge il tetto, realizzata nelle ultime ristrutturazioni. Piccola menzione merita il campanile, con un'elaborata cella campanaria, come già detto poggiata sui resti di una torre medievale. Una volta entrati si passa sotto la cantoria in legno, sorretta da due colonne dipinte e raggiungibile da una scala sulla sinistra. L'ambiente è piuttosto sobrio, solo il soffitto mostra volte a crociera dipinte di azzurro, impreziosite da elementi decorativi. L'altare principale, distrutto dal terremoto, si trova sul fondo, nell'area presbiteriale, conservava una crocefissione del XVII secolo, danneggiata dai crolli.

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