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Il Duomo di Fermo è dedicato all’Assunta, e poggia su un’antica chiesa paleocristiana del V secolo, come già dimostrano dai ritrovamenti dei mosaici pavimentali romanico-bizantini nella zona absidale.
Restaurato e ampliato dal vescovo Lupo (826-844), l’edifico è distrutto durante il saccheggio della città nel 1176. Ma già nel 1227, sotto il vescovato di Rainaldo (1223-1227), mastro Giorgio da Como riedifica l’edificio; di questo si mantiene solo la parte anteriore, il prospetto frontale, l’atrio e il campanile.
La fabbrica subisce notevoli modifiche, tra il 1781 e il 1789, su commissione dell’arcivescovo Andrea Antonio Silverio Minucci. Dal 1779 al 1803, su disegno di Cosimo Morelli di Imola e, successivamente, su intervento dell’architetto Luigi Paglialunga, si ultimano i lavori della chiesa Metropolitana. Nel 1962 Papa Giovanni XIII la eleva al rango di basilica minore. 
La facciata asimmetrica è rivestita in pietra d’Istria. Nel lato destro della facciata c’è un’alta e stretta monofora trilobata mentre nel lato sinistro c’è il campanile.
Dal portale maggiore e da quello laterale sul lato destro si accede alla prima campata del tempio romanico gotico: l’atrio. Esso ricovera il monumento funebre trecentesco di Giovanni Visconti d’Oleggio, e quello ottocentesco di don Giuseppe Colucci, progettato da Ignazio Cantalamessa. Tramite un arco gotico si accede alla base del campanile dove si sono dei dipinti murali di santi del XVI secolo
L’interno della chiesa appare di stile neoclassico. L’aula, divisa in tre navate, è scandita da enormi pilastri che permettono un gioco prospettico di volte e archi e finte cupole decorate da Pio Panfili.
Sopra i lati della porta maggiore ci sono le statue della Speranza e della Fede e medaglioni di Sisto V e Pio III di Gioacchino Varlè, a sinistra il monumento funebre di Orazio Brancadoro di Alessandro Vittoria, del 1560. Sul lato destro ci sono gli altari delle Anime del Purgatorio, di San Giovanni Evangelista a Patmos e l’organo. Sotto l'ultimo arco è posto il monumento funebre di Chiara Spinucci, opera di Domenico Cardelli. Da qui si sale al presbiterio, con il coro ligneo, la sedia episcopale, e due cantorie gemelle.
Nel sotteraneo si possono vedere i resti delle chiese primitive e numerosi reperti archeologici. L’accesso alla cripta è dato attraverso due scale accanto alle rampe che salgono al presbiterio.
Nella navata di sinistra si apre la Cappella del Santissimo Sacramento con un quadro di Andrea Boscoli che raffigura la Circoncisione. Il tabernacolo in bronzo è dei fratelli Lombardo Solari, del 1571, a forma di un tempietto dorico, sostenuto da un basamento ottagonale adornato dalle Storie di Gesù. Nell’ultimo altare di sinistra staziona la tela di Nicola Monti “Madonna e i Santi Anna e Gioacchino”.
Nell’edifico di sinistra attiguo al Duomo, l'antico oratorio della Compagnia del Suffragio, è ospitato il Museo Diocesano.
Dott.ssa Letizia Ferracuti

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