Complesso architettonico di origine medievale nella parte alta del centro storico di Offida.
Occupa quasi tutto il fronte settentrionale di Piazza Bergalucci e parte di Corso Garibaldi, oggi è conosciuta in quanto sede dell'enoteca regionale delle Marche. Si vuole edificato sui resti di un castello medievale, nei pressi un tempo esistevano già una piazza ed una chiesa, dedicate entrambe a Sant'Agnese. Secondo lo storico Allevi, esisteva una chiesa dedicata a San Martino di proprietà del vescovo di Fermo, si trovava ai piedi del colle Taffone, poco distante dal paese. Intorno al 1230 il vescovo la cede con tutti i benefici e le rendite, ad una comunità di monache clarisse, che qui fondano un nuovo convento. Dopo qualche anno decidono di trasferirlo dentro le mura della cittadina, ottenendo il permesso dal vescovo fermano. Nel 1236 tale Tancredi, priore farfense di Santa Maria, concede alle monache la chiesa ed il piazzale di Sant'Agnese, dove poter edificare il nuovo convento. Sono presenti come testimoni due francescani conventuali che, secondo l'Allevi, erano ospiti delle monache mentre per lo storico Andrea Rosini, possedevano un convento ad Offida. Le clarisse quindi si danno da fare e demoliscono la chiesa di Sant'Agnese per realizzare la nuova casa, questa era molto probabilmente di origine farfense. Nasce un contenzioso in quanto tutto avviene senza il permesso dell'abate di Farfa, a placare il diverbio è la conferma pontificia da parte di Gregorio IX, giunta tre anni più tardi. Nel XIV e XV secolo il convento partecipa attivamente alla vita cittadina, accogliendo anche degli oblati, ossia laici dediti alla vita spirituale, senza i vincoli dei voti. Esplode uno scandalo al convento, l'accusa sostiene una condotta licenziosa da parte delle religiose, Papa Leone X incarica il Legato della Marca di indagare. Se ne occupa il vice-legato: Monsigor Roberto Tibaldeschi, infine l'istituto femminile viene soppresso nel 1515, due anni più tardi il pontefice Leone X cede la struttura ai Frati Minori Osservanti. Su incarico di Fra Tommaso da Osimo nel 1517 si danno il via ai lavori sul convento, ricostruito ed ampliato insieme alla chiesa, i cantieri si concludono agli inizi del XVII secolo. Viene anche realizzato il chiostro, poi affrescato nel 1625 grazie alle donazioni delle famiglie più facoltose della cittadina. Si ha anche notizia di una risistemazione durante l'ultima parte nel 1775. La comunità religiosa ha termine per un breve periodo, durante le soppressioni napoleoniche nei primi anni del XIX secolo, per poi ritornare durante la restaurazione pontificia. Dopo l'Unità d'Italia una nuova soppressione, stavolta il convento non riesce a riformarsi ed i beni vengono incamerati dallo stato. Se ne interessa fin da subito il comune, con l'intento di trasformarlo in complesso scolastico, ma le trattative si protraggono per lungo tempo fino alla cessione nel 1870. Il municipio offidano, ancora attuale proprietario, cerca di portare a termine il suo progetto scolastico ma viste le difficoltà questo viene abbandonato. Una parte viene quindi trasformata in carcere nel 1872, grazie ai lavori seguiti dall'ingegnere Luigi Vannicola, nativo della cittadina. Anche la chiesa lentamente cade in disuso e nel 1906 viene sconsacrata, trasformata poi in mulino ed in forno, è stato oggi frazionato e destinato a vari usi e dal 1999 è sede dell'Enoteca Regionale delle Marche.
Il complesso francescano con la chiesa è ben visibile da tutta la piazza, il corpo centrale è un ampio palazzo che estende la facciata anche su parte di corso Garibaldi. Riconoscibile per le ampie finestre ad arco del primo piano, al pianterreno si aprono alcune porte, probabilmente realizzate in un secondo momento. Originale è quella contornata da una cornice in travertino lavorato, l'ingresso principale del monastero. Più avanti un muretto all'angolo chiude il cortile interno della struttura, vi si aprono due portali chiusi da una cancellata, uno per lato, con un arco ribassato ed un timpano nella parte superiore. La chiesa all'esterno mostra una fila di archi, che danno sulla piazza per tutta la sua lunghezza, alcuni utilizzati anche come ingresso. L'interno è diviso in tre navate, separate da due file di pilastri quadrati in mattoni, ornati con un semplice capitello, anche gli archi sono arricchiti da una cornice minima. La navata centrale ha una copertura a capriate lignee, le laterali invece una volta a crociera. Non sono presenti decorazioni pittoriche e l'unica parte intonacata è quella presbiteriale. dove si trovava l'altare principale. Da qui è possibile raggiungere il chiostro quadrato con il loggiato ai lati, anche questo coperto da una volta a crociera. Si vedono ancora le tracce dei lunotti dipinti con le storie della vita di San Francesco, anche i nomi insieme agli stemmi delle famiglie committenti. Le opere sono attribuite ad monaco pittore, secondo alcuni allo stesso artista del chiostro dell'altro convento femminile cittadino, quello di San Marco nel 1626. Il chiostro è pavimentato con laterizi, al centro si trova il pozzo con la sottostante cisterna per l'accumulo delle acque. Gli edifici di due ali del chiostro sono visibilmente più basse rispetto alle altre, dietro quella a nord si allunga una grande balconata eretta sulle mura, probabilmente un tempo occupata da un altro edificio. Da un angolo del chiostro si scende fino al giardino sul retro, interessante il secondo passaggio coperto, forse in origine parte di una fortificazione. Appena usciti ci si ritrova in un giardino, dove si può accedere agli ambienti sotto la lunga terrazza sulle mura, adibito alle degustazioni dell'enoteca. All'interno si conservano parte degli ambienti originali, è inoltre presente anche un piccolo locale scavato nel terreno.
http://www.beniculturali.marche.it/Ricerca/tabid/41/ids/69388/Ex-Convento-di-S-Francesco/Default.aspx
https://offidatorrentelava.wordpress.com/offida-segreta/offida-segreta-il-chiostro-dei-benefattori-in-san-francesco/
http://www.turismoffida.com/it/san-francesco.html
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