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Senza alcun dubbio uno dei più significativi personaggi di Montefiore, vi nasce nel gennaio del 1858.
Fu espressione di un certo tipo di borghesia lungimirante e saggia, che tra gli inizi dell'Ottocento seppe trovare spazio di crescita e assurgere a motore di traino in molti aspetti della società, sia nazionale che locale, facendo da volano per accrescere e raggiungere traguardi straordinari di progresso economico e sociale. L'impegno profuso, come uomo e in seguito come sindaco, fece conoscere Montefiore come esempio di saggia e avveduta amministrazione. Tappa fondamentale di modernità fu la data del 24 ottobre del 1897, quando vennero inaugurati l'acquedotto e l'illuminazione elettrica, impensabile fino a qualche anno prima, che posero il piccolo borgo piceno all'avanguardia nelle Marche. All'evento presenziò un ospite di riguardo, il Duca di Sermoneta, senatore del Regno d'Italia; cronache giornalistiche di quegli anni di fine Ottocento attestano che vi furono addirittura una corsa ciclistica e uno spettacolo cinematografico per festeggiare la giornata, passata alla storia del paese. Questi risultati furono ottenuti grazie alle sue conoscenze, avute quando dopo i primi studi si era trasferito a Torino, dove aveva conseguito con successo una laurea in ingegneria. Dopo il primo mandato come primo cittadino, vi furono anni dove le idee da lui professate vennero messe in discussione da una classe nobiliare ancora non avvezza alla modernità, spalleggiata da un clero fortemente radicato al passato.
In questo lasso di tempo, insieme all'amico Francesco Egidi, fonda il settimanale locale "L'Eco dell'Aso", che si scontrerà con un'altra pubblicazione sostenuta dalla controparte, chiamata "Voce delle Marche", chiaramente di stampo conservatore. Tornato sindaco nel 1910, da il via ad alcune opere come la riforma agraria, voluta e applicata nei suoi molti poderi situati tra la valle dell'Aso, il Menocchia ed il Tesino. Convinto che il miglioramento della viabilità avrebbe accresciuto lo scambio sia industriale ed economico della zona, si attivò per realizzare delle strade attigue a Montefiore, dove sorsero una fornace e uno spolettificio. La popolazione in pochi anni passò ad una migliore qualità della vita, infatti furono intensificate le concimazioni e la sistemazione idraulica agraria, vennero diffusi i silos da foraggio e si passa all'aratro di ferro, alleviando le condizioni di lavoro. Le vallate circostanti iniziarono a primeggiare come centri di produzione dell'ortofrutta ed orticultura, si svilupparono inoltre i vigneti e gli uliveti.
Personaggio di idee moderne e ancora oggi prese come modello da ammirare e sviluppare, si spense nella sua cittadina natale nel 1937, la quale gli dedicò, oltre al Parco Comunale con un busto commemorativo ed anche una strada.

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