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Frazione collocata lungo il corso torrente Rio, affluente del Fluvione che nasce ai piedi del Monte Vettore.
Il montegallese è costituito da una serie di centri sparsi, con gran parte della storia in comune con gli altri. Data la sua posizione defilata, riuscirà a mantenere a lungo questo status, sebbene venga sottoposta a diverse entità amministrative nel corso della sua storia. Il centro della comunità era il monastero di Santa Maria in Lapide o in Gallo, antico presidio dei monaci farfensi ed il castello a lui sottoposto. In un secondo tempo quest'ultimo si sostituirà alla chiesa per poi venir abbandonato a partire dal XVI secolo, favorendo l'ascesa dell'attuale capoluogo: Balzo. La vicinanza col monastero farfense, fa supporre che la nascita di Fonditore potrebbe essere legata all'opera colonizzatrice dei religiosi. Molto prodighi a sviluppare l'agricoltura e le attività artigiane nei loro feudi, forse destinano l'abitato alle attività di fusione dei metalli, forse all'origine del nome. Favorita dalla ricchezza di legname nel territorio e alla presenza di abbondanti corsi d'acqua, con il quale azionare i magli per meglio lavorare i materiali. Insieme al sopracitato castello, era una delle sedi principali della famiglia dei Marchio, tra i maggiori possidenti e nobili locali. A partire dal XIII secolo si vedranno affievolire il potere monastico e quello feudale, sostituiti dallo stato comunale di Ascoli, che mettendo sotto protezione i signori della montagna, ne occupava i territori. Nel 1250 sarà il turno dei Marchio, che si trasferiranno in città. I feudi e la popolazione a loro sottoposta, presteranno invece giuramento ai nuovi padroni, nonostante la forte presenza dei farfensi. Infatti i patti con la città saranno revocati dal Papa ascolano Niccolò IV nel 1290. Nel 1352 i de Marchio, insieme ai signori di Montepassillo e quelli di Castel di Luco e di altri centri della zona montana, si ribellano ai Malatesta, divenutisignori del comitato ascolano. Inizialmente i rivoltosi avranno la meglio, ma la repressione di Galeotto Malatesta sarà durissima: i promotori della rivolta saranno decimati, mentre le comunità coinvolte saranno messe a ferro e fuoco. A Montegallo toccherà a Fonditore ed al castello di Santa Maria in Gallo. Poco tempo dopo il cardinale Albornoz, per conto della Santa Sede, avrà il compito di riportare la pace nei territori marchigiani. Redigerà i suoi statuti nel 1356, dove è menzionato anche territorio di Montegallo, annoverato tra le "Città Minori". Tra gli ambasciatori ascolani che raggiungeranno il cardinale al suo arrivo, ricordiamo Rinaldo da Fonditore, sempre della dinastia dei Marchio. Anche alla battaglia dell'Aquila del 1424, dove parteciperanno nove capitani ascolani, compare Chiaro de Marchio, detto "Capitan de Fonditorio". L'anno seguente nasce nel paese suo figlio, divenuto poi Beato Marco da Montegallo, importante religioso francescano e fondatore dei monti frumentari. Nel 1571 viene fondata la diocesi di Ripatransone ed ha praticamente fine il Presidato Farfense, l'amministrazione spirituale della zona passa al vescovado ascolano. Il Papa piceno Sisto V, nel 1586 crea il Presidato Sistino, riesumando lo stato farfense, quindi vi comprende Montegallo. Intanto nelle montagne, già da qualche tempo, proliferavano numerosi briganti che trovavano rifugio nelle boscose e scoscese vallate. Fenomeno che si estinguerà solo dopo l'Unità d'Italia. Il Presidato Sistino viene alla fine sciolto con l'arrivo della Repubblica Romana nel 1798. Si rivoluzionano le amministrazioni: il comprensorio diventa parte del Cantone di Amandola, parte del distretto di Ascoli e sottoposto al neonato Dipartimento del Tronto. Subito i montegallesi da sempre fedeli al papato, si ribelleranno alla dominazione francese. La parentesi però sarà breve e già l'anno seguente, tornerà il Papa Re ma già nel 1808 con l'arrivo di Napoleone, si ripristineranno gli enti repubblicani. Durante la parentesi napoleonica riesplodera la protesta, coinvolgendo anche le genti i Fonditore. Tornato il pontefice, si procederà nel 1816 con la Restaurazione, Montegallo verrà compreso come capoluogo di Governo, al distretto di Montalto, nella Delegazione Apostolica di Ascoli. Dopo le riforme del 1833 passerà invece al Distretto di Ascoli e sotto il Governo di Arquata. Le rivolte però ricominceranno nel 1848 esplodendo nell'anno successivo, grazie alla guida di Don Domenico Taliani, parroco di Balzo. Questi raduna e arma le popolazioni, rivolgendole contro la seconda Repubblica Romana. Dopo le ultime avvisaglie del brigantaggio, dopo la nascita del Regno d'Italia, le turbolente montagne si tranquillizzeranno definitivamente. In contemporanea inizierà il nuovo fenomeno dell'emigrazione di massa, che renderà spopolati numerosi borghi. Nonostante tutto Fonditore rimane oggi ancora ben tenuto ed ospita diversi vacanzieri ed emigrati, che tornano nei luoghi di origine. Subisce però gravi danni durante il terremoto del 2016.
Primo tra i centri che si incontrano lungo la strada che segue il corso del torrente Rio, percorribile partendo dal bivio di Santa Maria in Lapide, nei pressi del cimitero e del mulino Orsini. L'abitato sorge su un dolce declivio che termina sulle sponda del Rio, espandendosi anche oltre il corso d'acqua. Qui incontriamo le prime case, sulla sinistra si nota una fontanella e l'incrocio per raggiungere il centro storico, dall'altra parte si apre dopo qualche metro, Piazza Beato Marco, dove è possibile parcheggiare. Ci si inoltra passando affianco ad alcuni edifici novecenteschi, di fronte si trova il piccolo e diruto mulino con parte dei meccanismi ancora visibili. Proseguendo si giunge al nucleo centrale del paese, composto da una serie di case datate ed interessanti dal punto di vista architettonico. L'abitato ha una struttura vagamente triangolare, le case si dispongono spesso distanziate l'una dall'altra. Al centro c'è la piazzetta, anch'essa triangolare, dove si affaccia il Palazzo Marchio, con alcune porzioni di origine rinascimentale. Al suo interno è stata realizzata la piccola cappellina dedicata al Beato Marco, riconoscibile da un piccolo campanile, scenograficamente appollaiata sopra il ruscello che taglia a metà l'abitato. Oltre il corso d'acqua si intravede la facciata di un'altra chiesa, dedicata a San Bernardino, poco sotto vi è un'interessante gruppo di case rinascimentali. La prima che si incontra è riconoscibile dal passaggio coperto e dal portale con lo stemma, passando da li si raggiungono le altre due. Poste dirimpetto l'una all'altra, quella più in alto mostra alcuni portali consunti, l'altra fa da angolo all'abitato e presenta anche alcune tracce di fortificazione. Tornando verso la piazzetta principale, si incontra un altro ponte, più avanti un passaggio coperto si stacca da una casa fortificata, da qui si può ritornare al punto di partenza oppure continuare a spigolare tra le case del paese.

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