Posta al centro del paese, la chiesa madre di Appignano del Tronto sorge tra due piazze.
Le prime notizie del luogo sacro intitolato a San Giovanni Battista sono databili al novembre del 1290, su un documento che attesta la sottomissione del Comune di Appignano alla città di Ascoli, ma il nucleo primitivo potrebbe risalire al XI secolo, grazie ai monaci Farfensi.
La torre campanaria, probabilmente costruita nel corso del Duecento, è quindi posteriore all'attuale stile architettonico; venne infatti edificata sul fianco della navata di destra, scelta singolare ma consueta nelle chiese Farfensi di quegli anni.
Nel 1468 il vescovo ascolano Caffarelli elevò la chiesa a Pieve, e nel corso del XVI secolo, a causa delle continue frane, fu demolita l'abside ed il corpo dell'edificio venne allungato fino alla torre la cui base divenne l'abside centrale, mentre sulle colonne vennero innalzati archi a tutto sesto.
La nuova facciata venne arricchita di un suggestivo portale in pietra di travertino, sopra il quale spicca il pregevole rosone. Decorato con elementi romanico-gotici, e in seguito con aggiunte rinascimentali, la chiesa attuale ha l'asse di centro ruotato di 180° rispetto all'impianto primitivo la cui facciata era quella che in tempi odierni accoglie la porta laterale destra, dove sull'architrave di travertino compare la scritta "Hic est Porta Paradisi", ovvero "qui è la porta del Paradiso".
L'interno a tre navate conserva degli affreschi di scuola "crivellesca", con delle raffigurazioni dei santi Giorgio e Antonio da Padova e una tela della Pentecoste, dell'importante artista Simone De Magistris che la firmò e la datò "1590".
Nella cappella di fondo vi è una Pietà in terracotta di ascendenza tedesca del XV secolo.
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