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Alla confluenza del Torrente Chifente con il Fosso di San Giovanni, si innalza un basso colle, spianato sulla cima, dove da secoli si adagia il centro storico di Appignano, circondato dal verde delle campagne e dai brulli pendii calanchiferi.
Tradizionalmente si fa risalire l'insediamento all'epoca romana, fondato dalla famiglia romana Appia o Appiana, trasferitasi in questi luoghi alla fine del I° secolo a.C. Solo dopo le invasioni barbariche viene donato dal Conte longobardo Maginardo al vescovo di Ascoli. Successivamente enterà nei possedimenti farfensi, che lo munirono delle prime fortificazioni, per poi ritornare alla diocesi ascolana nel corso del XIII secolo, con il benestare del Papa ascolano Niccolò IV.
Divenuto parte integrante dello stato ascolano sarà uno dei castelli principali sottomesso alla città. La situazione rimase immutata fino all'arrivo delle truppe di Napoleone che trasformarono Appignano in un comune autonomo del neonato Dipartimento del Tronto, ma con la restaurazione tornò sotto l'amministrazione del capoluogo fino all'unità d'Italia.
L'incasato di forma allungata è percorso da tre strade principali che lo percorrono longitudinalmente: nella centrale, l'attuale corso di Via Roma, si affacciano la maggiorparte delle attività commerciali, rendendo il borgo ancora vivo rispetto ad altri centri vicini.
La monumentale chiesa di San Giovanni Battista troneggia nel sistema di piazze principali: Da qui, proseguendo il corso, si raggiunge la chiesa di San Michele Arcangelo, sita nella parte opposta del paese.
Stretti vicoli si ricollegano alla strada maestra, spesso coperti da volte che si aprono a scorci e suggestioni tra le case ed i portoni.

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