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Edificio rurale dalla duplice funzione abitativa e difensiva, ai margini di Vallicella di Roccafluvione.
Fa parte di un complesso fortificato che un tempo, insieme a l'altra torre dei Panichi, andavano a controllare l'ingresso occidentale al paese. Più ampia rispetto all'altra, fungeva anche da residenza per i proprietari, che così potevano meglio difendersi dai malintenzionati. Si legge su alcune pietre, che la costruzione risale al periodo che va dal 1711 per il basamento, ed il 1714 per la parte alta. Forse sostituisce un precedente edificio danneggiato nel violento terremoto di Amatrice del 1703, dal quale potrebbero provenire anche alcune pietre scolpite e decorate. Queste si mostrano comprese nel tessuto murario dell'edificio, composto da file abbastanza regolari di blocchi squadrati in pietra arenacea. Soprattutto negli architravi delle finestre e in alcune feritoie da moschetto, distribuite nei punti strategici della casa. Altre si trovano comprese nelle pietre angolari e da queste, si legge lo stemma dei Panichi, uno stelo di panico, cereale antico della famiglia del miglio, coltivato probabilmente nell'area. In una di queste unita alla figura araldica, si leggono le iniziali del committente e la data del 1711. Utilizzata con scopi difensivi almeno fino all'Unità d'Italia, quando gli ultimi focolai di brigantaggio saranno spenti dal neonato esercito italiano. Nel corso dei tempi viene ingrandita a partire dalla parete occidentale, aggiungendo altre strutture residenziali e lavorative.
Oggi è ancora utilizzata ed abbastanza ben tenuta, ha pianta rettangolare, dal piano seminterrato si eleva per due livelli, concludendo con un tetto a capanna, in cemento e di recente fattura. Il fronte orientale della struttura, mostra la maggior parte delle decorazioni. Analizzando il piano inferiore, si nota che è illuminato da piccole finestrelle, quasi delle feritoie, che permettevano il tiro agli assalitori dal basso. Solitamente in questo livello in passato ospitava i magazzini ed i locali di servizio, non collegati con i piani superiori. La finestra del primo piano monta un'architrave scolpita, due rose scolpite ai lati del monogramma di Cristo "IHS", con una croce al centro. Poco sopra si nota un'altra pietra, dalla forma vagamente triangolare, con una decorazione di difficile interpretazione. Nel secondo piano si aprono due finestre più piccole, quella di sinistra mostra le iniziali C.P. e la data del 1714 incise nell'architrave. Le altre finestre sono prive di particolari, alcune mostrano ancora tracce di pittura bianca, a sottolineare i contorni. Le due interessanti feritoie sono scolpite su un'unica pietra, con decorazioni elementari. La prima si trova in basso, mostra due croci ai lati della bocca di fuoco, ed un'invocazione religiosa in basso, nonché le iniziali del committente. La seconda è in alto ed è peggio conservata rispetto alle altre, vi si leggono una croce e si ripetono le iniziali della precedente. Il lato settentrionale della casa affianca la strada e monta una feritoia all'altezza del secondo piano, mentre la finestra in basso probabilmente è stata aperta in un secondo momento. Sul lato meridionale sono visibili nella parte alta, delle mensole in cotto che affiancano una finestra, resti della palombara della quale rimangono anche i buchi sul muro, aperti per ospitare i volatili. Manca l'ingresso posto al secondo piano, tipico di queste strutture, forse esistente nel lato adiacente all'abitazione. Non si esclude che un tempo, la casa torre potesse essere più alta.

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