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Luzi nasce a Comunanza nel settembre del 1957. Qui vi trascorrerà la sua giovinezza, ragazzo di rara intelligenza la sua curiosità lo portava a conoscere ed indagare la natura. Portato per il disegno realizzava degli elaborati artistici con accuratezza utilizzando con ottima abilità i colori. Dopo la scuola dell'obbligo, frequenta l'Istituto di Illustrazione e Decorazione del libro di Urbino, dove nel 1977 consegue la maturità artistica. Si trasferisce a Roma nel 1978, qui segue diversi corsi di perfezionamento, si specializza nelle tecniche di recupero e restauro di opere d'arte. Nel 1981 Luzi lavora come restauratore privato per gli enti pubblici ed è socio di diverse cooperative artistiche. I lavori di restauro che hanno che più appassionarono Adriano furono sicuramente quelli svolti in Egitto, una straordinaria esperienza che lo segnò in modo indelebile. L'Africa lo cambiò anche dal punto di vista comportamentale, e anche i suoi tratti somatici. Amava particolarmente il fiume Nilo, per la sua naturale bellezza e per il fascino segreto del suo mistero. Periodicamente saliva a bordo di una piccola barca e risaliva il corso d'acqua incantato dagli spettacolari tramonti e dal silenzio dei luoghi. La professionalità e la bravura di Luzi sono certificate da numerose testimonianze di chi lo conosceva e dall'attestato di "Cavaliere dell'Ordine delle Arti e delle Lettere" conferitogli dal ministro della della Cultura francese. A Luxor vi era tornato nel 1996 per il restauro della tomba di Meru, un nobile egizio vissuto durante la XI dinastia, il cui sepolcro benchè di piccole dimensioni era affrescato in maniera sublime. Restauratore di fama internazionale, ha legato il suo nome ad importanti lavori di restauro come la tomba di Nefertari, o i dipinti murari del Monastero Copto-Ortodosso di Sant'Antony, ubicato a 350 chilometri da Il Cairo, che reca affreschi antichissimi databili tra l'VIII e il XII secolo. In Italia Luzi lavorò sulla Piramide di Caio Cestio Epulone a Roma, nella fattispecie sui dipinti murali del sacello della struttura, una stanza di sette metri per quattro con una volta a botte. Partecipò anche al restauro della tomba di Giacomo Leopardi a Napoli, e a quello dei Giustiniani a Tarquinia. Dopo una breve malattia Adriano si spense nel giugno del 2003. Con lui scompare un gigante della tecnica del restauro e una persona che ha fatto del suo lavoro la sua esistenza.

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