Vincenzo Comi Vanto nasce a Torano Nuovo il 3 novembre 1765. I Comi erano originari di Nocera ma Saverio Cuomo, il nonno di Vincenzo, venne a Torano come soldato di campagna e qui sposò Elena Dauri, che ebbe in eredità la casa in cui abitava la famiglia, possedeva terreni siti vicino case nell’attuale Via V. Comi, altri in C/da Fonte D’Orno, Pretella e Crognaletto (come risulta dal catasto onciario del Comune di Torano del 1700), i due ebbero tre figli: Annunziante, anch’esso soldato di campagna, Alessio, sarto e Nicolase. Vincenzo, figlio di Alessio, fu mandato dal padre a Napoli a studiare medicina, ma egli, più che a questa disciplina si dedicò alla chimica e nel 1790 pubblicava una memoria sulle acque minerali di Salerno, dedicata al protomedico Vivenzio. Laureatosi in Medicina e Chimica, si stabilì a Torano dove ebbe fama come medico e come chimico.
Amico di Melchiorre Delfico e di famoso naturalisti quali Spallanzani, Fortis, Zimmermann e Thovvenel che lo vollero come compagno dei loro viaggi nel Regno di Napoli, fu il primo a intraprendere la pubblicazione di una rivista periodica (uno dei primissimi esempi di editoria scientifica) con titolo: “Il commercio scientifico d’Europa col Regno delle Due Sicilie, per i professori ed amatori di chimica, fisica, storia naturale”. Il giornale, composto di sei volumi, uscì per tutto il 1792. Alla fine del sesto volume la rivista cessò la pubblicazione, molto probabilmente a causa delle rivoluzioni che imperversavano in quegli anni. Dopo tale periodo egli si dedicò ad applicare la chimica all’industria e nel 1794 aprì a Teramo una fabbrica di cremore di tartaro (seguita da altre due a Giulianova e Grottammare), nel 1802 un’altra per la concia delle pelli e nel 1809 una terza per la lavorazione della liquirizia.
Fu uomo di singolare talento nel parlare e nello scrivere, come affermavano i suoi contemporanei. Nel 1798 si trasferì a Roma perché sospettato di idee liberali e nel 1820 lo ritroviamo deputato al Parlamento del Regno di Napoli dove, il 21 dicembre 1820, presentò una legge sulle Casse Ipotecarie Nazionali affinché riunissero il vantaggio di sconto-pegno e sovvenzioni. La sua grande fama è comunque legata alla notevole conoscenza degli elementi chimici che egli applicò nei campi più disparati. Proprio a questa passione per le scienze si deve infatti la sua morte immatura: aveva contratto una malattia ai polmoni mentre osservava l’attività del Vesuvio nel 1830, aggravata dalla lunga permanenza in siti umidi, mentre era dedito alla preparazione di pregiati vini.
Morì a Teramo il 10 ottobre 1830. A lui è intitolato l’Istituto Commerciale della città.
https://it.wikipedia.org/wiki/Vincenzo_Comi_(chimico)
http://www.treccani.it/enciclopedia/vincenzo-comi_(Dizionario-Biografico)/
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