Impossibile non notare la maestosa villa che domina sui campi circostanti, percorrendo quel tratto di Salaria che bene viene descritto dal nome, Campolungo.
La potente famiglia degli Sgariglia possedeva un gran numero di proprietà terriere in diversi luoghi del Piceno, tra le quali, nel 1761, dall'inventario del marchese Francesco Maria risultano: "in contrada Campo Lungo cinque palombare, e case in essa esistenti con Osteria, Molino e Casino", accezione, quest'ultima, che si riferiva nel Settecento a quella che sarebbe diventata Villa Sgariglia. Il campo di fronte ci conduce alla villa attraverso un lungo viale di allori, le cui cime rigogliose in alto si intrecciano quasi a costituire una galleria, che culmina in un Pan con siringa, rimasto all'oggi senza testa. La sua funzione di villa-fortezza viene suggerita dall'ingresso fortificato e dotato di muro con due garitte, con un imponente portale bugnato sovrastato da un balconcino in ferro battuto, e dalla struttura massiccia con pianta a U; tuttavia finirà per perdere la sua originale funzione e diventare casa di villeggiatura o di gestione dei campi circostanti. La semplice facciata è a tre piani: finestre ad oculo sovrastano le porte del piano terra, mentre quelle rettangolari al primo piano, culminano in dei timpani dipinti; di lato due ali oblique sono rivolte verso il retro. La bellezza degli interni permane nelle cantine con soffitti a volte reali, ma non nelle decorazioni pittoriche, andate perdute. Un'incisione descrittiva della villa ci suggerisce che il prezioso giardino averebbe ospitato anche un labirinto. Il cortile sul retro è abbellito da una fontana al centro. Posteriormente, più in alto, venne fatta costruire la chiesa dell'Assunta, su progetto di Lazzaro Giosafatti, terminata nel 1777, inaugurata nel 1787 dal Cardinal Bernardino da Senigallia, con la composizione per l'occasione dello Zorobabele, sacro melodramma.
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