SCIACALLI & VITTIME
L'album si divide in due parti (Lato A: tracce 1-5 / Lato B: tracce 6-10) ed entrambe seguono la “regola delle 5W” che richiama il tema principale del concept: lo sciacallaggio mediatico. Il disco, infatti, osserva una traccia logica (potremmo anche definirla narrativa) che ha come argomento la dicotomia sciacallo-vittima. In realtà, come vedremo, non si tratta di una vera e propria dicotomia, in quanto la distinzione tra i due concetti all'interno della vicenda non è così netta, come ad esempio quella tra bene/male o eroe/antieroe, ma è molto più sfumata. Lo SCIACALLO è il giornalista senza scrupoli, ossessionato dallo scoop, che gira per la città in cerca di notizie. All'apparenza potrebbe sembrare un personaggio negativo, ma in realtà è anche lui una vittima del sistema e uno schiavo delle STRUTTURE. Infatti di per sé non fa nulla di particolarmente grave. Tutto ciò che fa di scorretto lo fa per sopravvivere, e ciò lo costringe a passare NOTTI insonni, trascorse a fare i conti con la propria coscienza. Questi riflussi di coscienza fanno riemergere nella mente dello sciacallo le tristi IMMAGINI delle storie negative che è stato costretto a documentare per guadagnarsi la paga. Tutto ciò lo porta ad entrare in simbiosi con le vittime delle sue storie, al punto da procurargli una sofferenza tale da indurlo a contrarre diversi PROBLEMI di natura psichica. La VITTIMA, a sua volta, non è certo un personaggio positivo.
Anzi, spesso capita che la vittima stessa si trovi a divenire sciacallo. Anch'essa infatti è ossessionata dalla ricerca di quei DETTAGLI (anche morbosi) che possano suggerirle qualcosa in più relativamente alla notizia, al fatto di cronaca del momento. Capita sempre, però, che col passare del tempo, queste notizie inizino a ridimensionarsi gradualmente all'interno dei contenitori mediatici, fino a scomparire del tutto. Questa scomparsa rappresenta per la vittima la fine di un'EPOCA, che coincide con un momento di riflessione introspettiva sulla attuale condizione personale. Praticamente un esame di coscienza (così come accade per lo sciacallo; essendo, come detto, due entità sotto certi aspetti molto simili). Queste riflessioni e questo improvviso distacco dalla vicenda mediatica, riconducono la vittima alla realtà quotidiana e la aiutano a considerare meglio quali siano le ragioni che la inducono ad appassionarsi in maniera così morbosa a vicende, sì reali, ma talmente lontane dal suo mondo da prendere le sembianze della fiction. Ne deduce che tali ragioni debbano rintracciarsi nel fatto che l'AMBIENTE reale che la circonda non sia in grado di conferirle una quantità sufficiente di stimoli, tale da farle condurre una vita gratificante. La storia si conclude con una STRAGE purificatrice in cui gli sciacalli e le vittime si fonderanno in maniera definitiva, al punto da confondersi ed eliminarsi a vicenda. Ma i sopravvissuti sono già pronti a dar vita a una nuova generazione di Sciacalli e Vittime, creando un ciclo perpetuo che ci fa capire che risulta inutile persino il fare tabula rasa. Eliminare questa dicotomia non è possibile, essa è evidentemente insita nel gene umano.
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