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Edificato da maestranze locali tra il Seicento e il Settecento, deve la sua denominazione ai conti Sacconi, che provenivano da Porchia, frazione di Montalto, dove si stabilirono già nei primi anni del XVIII secolo.
Censito nel catasto Gregoriano nel 1815, nel 1887 una parte dello stabile venne acquistato dai nipoti del cardinale Carlo Sacconi, Giacomo e Stanislao.
Il vescovo Vincenzo Radicioni, nel 1954 acquisì il palazzo dalla famiglia Sacconi per farne la sede della diocesi di Montalto delle Marche, ma il progetto non si concretizzò.
La struttura, composta da quattro piani, fu utilizzata dal comune in parte da archivio e in parte da magazzino. Il sisma del 1997 provocò al palazzo qualche lieve danno e nel 2003 furono apportati dei lavori di consolidamento.
Di fronte al palazzo c'era un'area di proprietà della famiglia Sacconi destinata agli orti.

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