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Fa parte del Parco Nazionale della Laga e del Gran Sasso, tra le province di Ascoli Piceno e di Teramo.
Questo massiccio è costituito da due cime: il Monte Girella 1814 m ed il Monte Piselli 1676 m; di fronte, separata dalle profonde Gole del Salinello, vi è la Montagna di Campli, anch'essa costituita da due cime: Monte Foltrone 1718 m e Monte Monticchio 1470 m, insieme vengono definite Monti Gemelli, in quanto presentano simile struttura e morfologia. I due monti, visti dalla provincia di Teramo, sembrerebbero avere la stessa altezza ma questo è un equivoco, dovuto ad un errore di parallasse.
Il massiccio della Montagna dei Fiori si presenta con due profili diversi: nella parte meridionale, precipita verso il fiume Salinello con una pendenza piuttosto elevata, nell'area settentrionale, termina verso il territorio ascolano con il vasto altopiano del Colle San Marco 673 m e presenta una morfologia decisamente più dolce.
Questo altopiano si discosta geomorfologicamente dalle caratteristiche che accomunano i Monti della Laga, caratterizzati da rocce marnoso-arenacee e si presenta come un isolato massiccio carbonatico, di origini più antiche.
Tra i 23 ed i 5 milioni di anni fa, l'impatto tra la placca Adria ed Euroasiatica generò il sollevamento del Gran Sasso e la formazione di un bacino di avanfossa, questo venne poi riempito da materiale terrigeno, dando vita alla successione arenacea della Formazione della Laga. Successivamente, complessi movimenti tettonici nel bacino generarono il sollevamento dei Monti Gemelli e la formazione di conseguenti faglie.
Le diverse faglie che bordano la Montagna dei Fiori, rialzarono il settore centrale e ribassarono le zone laterali, portando alla luce il massiccio carbonatico originatosi dall'antica piattaforma triassica (252-200 milioni di anni fa), presente prima del sollevamento del Gran Sasso.
Questa complessa evoluzione e la presenza di diverse faglie, genera delle eterogeneità litologiche: nella parte meridionale del monte affiorano rocce più marnose; nella parte centrale vi sono massicci più calcarei, alternati a piccoli livelli marnosi.
La differenza delle formazioni ha influenzato anche la circolazione idrica, le litologie marnose hanno permesso una circolazione delle acqua scarsa se non nulla.
Le litologie più calcaree, con la loro fratturazione permettono un immagazzinamento idrico piuttosto ampio e la presenza di diverse sorgenti (Sorgente Girella; Sorgente delle Trocche; etc) con portate sempre piuttosto esigue.
Infatti le sorgenti più importanti risultano ubicate principalmente nel tratto più a valle del paese di Castel Trosino, dove si trova l’alveo del Fiume Castellano.
La presenza di calcari determina una profonda attività carsica, l'erosione chimica delle acque per processi di dissoluzione del carbonato di calcio presente nella roccia, dà vita a geomorfologie particolari: canaloni, doline e grotte. Tutto ciò fa pensare ad un sistema idrico profondo, costituito da falde sovrapposte.
La principale zona di assorbimento delle acque sarebbe nelle zone di pendio debolmente inclinate e nei pianori attorno alla vetta, a dimostrazione di ciò la presenza di doline di varie dimensioni, alcune evolute in piccoli laghi nei periodi invernali.
Studi speleologici, ancora in corso, ipotizzano la presenza di livelli impermeabili che bloccherebbero la raccolta della acque nella zona più sommitale, con la conseguente generazione di sorgenti poco sotto la vetta. Ma il tragitto risulterebbe troppo breve per produrre profondi ipogei, anche se le grotte rilevate in prossimità delle Gole del Salinello farebbero pensare ad ingressi sotterranei non ancora rilevati.
Questo curioso monte, creato da antichissimi fenomeni geologici e modellato dall'erosione, è percorribile a piedi partendo dalla Piazza Luigi Ferri di San Giacomo.
Durante il percorso si potranno ammirare, oltre alle morfologie carsiche, le tipiche capanne semisferiche in roccia (“Caciare”), utilizzate anticamente dai pastori per il deposito dei formaggi.
Si consiglia di arrivare ad una delle due vette, per apprezzare a pieno il fantastico panorama che questo massiccio ci regala.




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