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La piccola chiesa sorge poco distante dalla strada che da Lapedona conduce al mare, nell'omonima contrada.
Edificata nel X secolo, faceva parte del complesso dei beni che i Benedettini di Montecassino avevano ereditato dalla badessa Ramberga nel 1029, comprendenti tra l’altro il castello di Barbolano e la chiesa di San Biagio (oltre il fosso omonimo). Successivamente passò ai Benedettini di Farfa e quindi alla Diocesi di Fermo, come pertinenza della Parrocchia di Santa Maria e Ciriaco di Altidona.
Il suo nome, attestato nei documenti almeno dal Cinquecento, deriva dall'ebraico “Man–hu”, ("manna"), termine che si trova in una iscrizione nella prima delle formelle con motivi floreali che corrono sotto il cornicione del lato d'ingresso. La manna è uno dei simboli del mistero eucaristico e richiama l'episodio biblico in cui Mosè e il suo popolo, rimasti senza cibo durante la traversata del deserto, furono soccorsi da Dio che fece scendere una pioggia di chicchi nutrienti.
La piccola chiesa, conosciuta anche come Madonna delle Noci, si raggiunge dalla strada attraversando un piccolo viale alberato.
L'edificio è di stile romanico, ad aula unica, costruito con conci di arenaria. Ha l'abside rivolto a oriente e il portale d'accesso a sud.
All'interno si può ammirare un affresco della Madonna del Latte, iconografia che rappresenta Maria nell'atto di allattare Gesù. Fino al 1926 si conservava un polittico di Cristoforo Cortese (pittore veneziano del tempo di Jacobello del Fiore, morto nel 1445 ca.), attualmente custodito nella chiesa parrocchiale di Altidona.
La festa di Madonna Manù, l'8 settembre, (giorno in cui la liturgia celebra la Natività di Maria) è attualmente l'unica occasione per visitare questo piccolo gioiello.

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