login
cerca
Visualizza sulla mappa

Nascosto tra le case del quartiere dei Cappuccini di Offida, a poca distanza dal convento del Beato Bernardo, si trova questo prezioso esempio di arte residenziale.
Viene costruito nel 1925 come ricorda una scritta dipinta intorno alla porta, dove si legge anche il nome: "La Festoncina", su progetto dell'architetto Ghino Leoni allievo di Adolfo de Carolis e maestro di Aldo Sergiacomi. Ancora ben tenuto è oggi nascosto da abitazioni più recenti, visibile su una via laterale che si interseca con la strada che porta al convento. Si compone di un corpo centrale a torretta, affiancato da due piccole ali laterali, nello stabile è compreso in un piccolo giardino recintato, più ampio nella parte posteriore. Eretto in mattoni con alcuni parti intonacate, le due porzioni laterali mostrano sopra le aperture un'arcata piuttosto elaborata, con mattoni dipinti fino alla chiave dell'arco, lasciata libera. Piuttosto elaborata è la torretta che mostra gran parte degli elementi decorativi della facciata. Al centro si trova il portale affiancato da due pilastri che salgono fin sulla parte alta, spezzando due arcate sovrapposte, espediente tipico dello stile Liberty. Più sporgenti sono quelli in basso, allo scopo di reggere il gradevole terrazzino del primo piano, con una sobria ringhiera in ferro. Gli spazi laterali che si vengono a formare, sono riutilizzati per altrettante finestre decorate con inferriate artistiche. Sul basamento della torretta corre un motivo a fasce ricavato nell'intonaco, che termina con una semplice cornice, all'altezza dei colletti dell'arcata d'ingresso. Le decorazioni pittoriche che impreziosiscono la facciata, rappresentano dei festoni in stile liberty, che danno così il nome alla villetta. Sono dipinti utilizzando tre tonalità: l'ocra, il rosso per i frutti ed il blu per i nastri, che svolazzano intorno dalla parte alta del portale. Al centro e sotto il balconcino, si osserva la raffigurazione di un drappo con il nome del villino. Nella parte superiore della torretta i festoni si fanno costanti e seguono il profilo dell'arcata, in alto si aggiunge anche una fila di mattoni dipinti. Le travature in legno che sorreggono il tetto, richiamano i villini alpini, modello architettonico di moda nel primo novecento, come si può osservare anche nella vicina Grottammare. Caratteristico è il gatto arruffato che fa capolino sul colmo del tetto.

Se vuoi condividere questa scheda sui social, puoi utilizzare uno dei pulsanti qui sotto: