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Nasce a Monte Giberto nel 1701. Fu un artista molto prolifico per tutto il XVIII secolo. Amico Ricci lo nomina nelle sue "Memorie Storiche delle Arti Marchigiane" del 1834, precisando di aver attinto da notizie da parte di Alessandro Maggioni di Fermo, noto studioso di storia dell'arte. Il Todini ebbe una vita molto lunga per quei secoli, fa fede una scritta apposta sul ritratto del parroco di Santa Caterina di Fermo, dove addirittura si legge che Gibertus Todini dipingeva alla veneranda età di 97 anni, era il 1798!. Fu discepolo del noto pittore veneto Francesco Veneziani molto attivo a Roma dove lasciò notevoli lavori nelle principali chiese della città del papa. Il Ricci lo cita come realizzatore di una pala nella chiesa di S. Giuliano a Fermo posta sull'altare principale e vengono assegnate all'artista di Monte Giberto altre due tele esistenti al suo tempo nell'Oratorio di Sant'Elpidio a Mare. Nel corso degli anni riceve commissioni dall'ordine Agostiniano a Fermo dove dipinge quattro tele tra il 1734 e il 1736. Si sposta quindi ad Offida dove raffigura una Pentecoste, la Resurrezione e una Annunciazione per la chiesa delle Benedettine nel 1737. A Potenza Picena la tela rappresentante i santi Fedeli e Giuseppe da Leonessa viene datata 1742, si tratta di un opera di buona fattura che denota però una forte impronta del Trevisani. Del Todini sono anche sei tele esistenti nella chiesa di S.Maria delle Grazie a Montone di Fermo eseguite tra il 1750 e il 1752. Egli era anche molto attivo in Abruzzo dove realizza nella chiesa di S. Domenico la "Battaglia contro gli Albigesi" datata 1757. Da rimarcare ancora opere come un S. Vincenzo Martire nella chiesa dell'Angelo Custode a Fermo e una pala raffigurante il "Crocifisso" esposto nel Santuario della "Madonna del Pianto" sempre a Fermo. Anche a Monterubbiano nella Collegiata di S. Maria dei Letterati vi è un'opera del Todini, con le figure della Vergine con i santi Stefano e Vincenzo del 1770. Infine a Montelparo nella chiesa di S. Agostino vi è conservata una tela con una "Madonna di Loreto con le sante Rita da Cascia e Chiara". Un artista instancabile, che anche in età avanzata era ancora molto apprezzato, testimonianza della dedizione alla raffigurazione religiosa che ancora era molto in voga negli ambienti religiosi marchigiani.

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