Uno dei maggiori edifici del centro storico di Arquata del Tronto, gravemente lesionato dopo i terremoti iniziati nel 2016.
Probabilmente il nucleo originario del palazzo risale al medioevo, compreso all'interno della cinta muraria del castello, è costituito da un'aggregazione di alcuni edifici precedenti. Dalle poche notizie che si hanno, risalenti al XIX secolo, era già edificio di uso pubblico e fungeva da abitazione dei magistrati governativi. Dal 1865 al 1941 ospita la pretura, dove si dibattono casi sia civili che penali, dopo la sua soppressione diventa una sezione distaccata di quella di Ascoli. Dopo la Seconda Guerra Mondiale la pretura viene chiusa e si dibatte nel 1949 per una riapertura. Dagli anni '60 è riconvertita a sede scolastica, diventando anche sede comunale per un certo periodo, quando a causa di un terremoto era rimasto lesionato il municipio. Negli ultimi tempi ospitava l'ufficio postale ed alcuni servizi comunali, oggi rimangono in piedi solo i piani sottostrada, la parte superiore è interamente crollata.
Si presentava come un severo palazzo costruito in arenaria, composto da due edifici rettangolari distinti fusi tra di loro, con simili perimetri ma altezze differenti. Si affacciava sopra la rampa che sale al paese, svoltando poi davanti alla sua facciata per entrare nella piazza principale del paese. Vantava una facciata in stile che richiamava le simmetrie neorinascimentali in voga nel XIX secolo, questa era intonacata e mostrava lastre di travertino sul basamento e sugli angoli, nonchè erano in piatra anche gli altri elementi architettonici. Ad iniziare dal bel portale ad arco con due semipilastri ai lati, muniti di semplici capitelli, al di sopra sporge un vistoso cornicione lavorato. Ai lati si aprivano due finestroni sempre ad arco, incorniciati e chiusi con un'elegante inferriata. Più elaborate le finestre del primo piano, con l'architrave sovrastato da una cornice simile a quella del portale, meno elaborate sono le aperture del secondo piano. Quelle aperte lungo le altre pareti dello stabile, mostravano invece un'essenziale cornice in arenaria. Sempre sulla facciata si notavano le doppie cornici marcapiano in pietra, quella più in alto si fondeva con le mensole delle finestre, mentre la prima in basso si collegava con il portale. A destra vi sono le scale di via del Macello che scendono fino al lavatoio pubblico, costeggiando la facciata occidentale del palazzo. Anche questa è intonaca, al contrario delle altre due rimanenti con pietra a vista, con un piccolo ingresso laterale e semplici finestrature di varie dimensioni. Dalla parte opposta, lungo la rampa, si possono vedere i basamenti con scarpatura alla base dello stabile, dove si possono notare le rimanenze degli edifici precedenti con il quale è stato edificato. Sul retro vi poggiava la locale caserma dei Carabinieri.
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https://sias.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodente&Chiave=100417
http://legislature.camera.it/deputati/legislatureprecedenti/deputatoiniziativalegislativa.asp?tipo=RSI&deputato=d2090
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