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Berardo di Tortoreto
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Signore duecentesco del feudo di Tortoreto.
Non sono chiare le sue origini e rarefatte sono le notizie sulla sua vita, sappiamo che sposa Clemenza di Falluca, discendente da un'importante famiglia normanna calabrese. Si è a conoscenza anche di un Roberto da Tortoreto, un suo contemporaneo e probabilmente anche parente, citato anche insieme a Berardo. Nel 1239 lo svevo Federico II chiede dal Giustiziere di Abruzzo di custodire alcuni notabili prigionieri lombardi, a Berardo è affidato Ugolino Leccacorvo mentre a Roberto Omodeo Contanello, entrambi di Piacenza. Durante il suo dominio, complici i suoi buoni rapporti con l'imperatore, riesce a ingranire i suoi feudi, includendo vari territori e diversi vassalli, anche nelle vicine Colonnella, Controguerra e Torano Nuovo. Nel 1266 gli svevi vengono cacciati dal Regno di Napoli dagli angioini, a quanto pare il nobile riesce ad adattarsi molto bene al nuovo Re Carlo d'Angiò, guadagnando altri privilegi. Infatti nel 1270 Re Carlo d'Angiò, riconosce il possesso della città calabrese di Belcastro a Berardo ed alla moglie, l'anno seguente i suoi vassalli di Controguerra e Tortoreto sono esentati dalle tasse. Muore tra il 1275 e l'anno successivo senza una discendenza, i suoi beni vengono incamerati dalla Regia Corte.

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