Nasce nel castello di Sant'Elpidio a Mare intorno al 1270.
Di antica e nobile stirpe, studia nel locale convento agostiniano, con tutta probabilità sotto la guida anche di Nicola da Tolentino, del quale egli stesso ne iniziò in seguito il processo di beatificazione. Sin da giovane si fece notare per la grande cultura, Egidio Romano celebre dotto della Sorbona di Parigi, lo ebbe come allievo, e nel 1300 lo scelse per dirigere lo Studio Generale dell'Ordine di Sant'Agostino, che era stato trasferito insieme alla curia di Bonifacio VIII da Roma ad Anagni. Nel 1303 ottiene l'incarico di Definitore per la Provincia delle Marche, al Capitolo generale dell'Ordine a Perugia, nel 1307 è a Parigi, dottore all'università. Qui sarà protagonista della disputa tra la Corona francese ed il Papato, sulla competenza a giudicare gli affari di fede e quindi l'Ordine dei Cavalieri Templari. Per tale motivo il re Filippo IV, chiese alla Facoltà di Teologia di Parigi di stabilire la competenza confidando in un giudizio a lui favorevole. La commissione di illustri Dottori decretò che "Nessuno ha il potere di imprigionare alcuno per motivi religiosi, senza l'autorizzazione della Chiesa". Fra i firmatari di questa risoluzione vi è anche Fra Alessandro di Sant'Elpidio, questo atto gli costerà l'allontanamento dalla Francia.
Tornatò in Italia, si distingue per la grande equità, tanto da divenire uno dei più rappresentativi protagonisti della storia dell'Ordine Agostiniano, Fu chiamato ben cinque volte consecutive ad essere Priore Generale, venendo eletto al vertice nei Capitoli generali di Viterbo del 1312, Padova nel 1315, Rimini nel 1318 e Montpellier nel 1324. Lascia quest'importante carica, tenuta per ben 12 anni, quando nel 1325 il pontefice Giovanni XXII, lo eleverà alla dignità vescovile. Lo storico Ossinger lo definì "Uomo di intelletto, teologo insigne, famoso predicatore e grande difensore della podestà ecclesiastica", pubblicò molte opere alcune delle quali ristampate anche in epoche successive, come: "Sul potere ecclesiastico", "Commenti sul Vangelo di San Giovanni" ed ancora sulla "Città di Dio" di San Agostino e su Aristotele. Giovanni XXII lo tenne in molta considerazione, affidandogli incarichi di responsabilità e come ambasciatore presso le corti europee, nel febbraio 1326 lo nomina Vescovo di Melfi, ma non prenderà mai possesso della sua diocesi, morì improvvisamente poche settimane dopo.
Ancora oggi l'Ordine Agostiniano lo ricorda fra i suoi grandi, molto verosimile è la tesi che gli attribuisce la progettazione teologica, del ciclo degli affreschi del Cappellone di San Nicola a Tolentino.
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