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La storia di questa fonte è legata alla tradizione di uno dei prodigi che operò nella città: sant'Emidio (Treviri, 273 – Ascoli Piceno, 5 agosto 303 o 309), martire cefaloforo, patrono e primo Vescovo di Ascoli Piceno.
Si narra che Sant'Emidio, non avendo a disposizione l'acqua necessaria per battezzare tutti i nuovi fedeli convertiti al Cristianesimo dalla sua predicazione, se la procurò battendo un sasso nei pressi dell'attuale Borgo Solestà, da cui fece sgorgare la sorgente che alimenta questa fonte, più volte trasformata nei secoli: oggi si presenta come un elegante lavatoio in travertino a cinque arcate, con resti di strutture risalenti al XII secolo.
Un'altra tradizione, accreditata dall'autore Secondo Balena, vuole che l'acqua della sorgente sia scaturita dalla pietra che fu il punto dove cadde e rotolò la testa decapitata di Sant'Emidio, il cui martirio si compì a Porta Solestà, nel luogo dove ora sorge il tempietto di Sant'Emidio Rosso, nelle vicinanze della fonte.

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