Buon esempio di edilizia cinquecentesca nell'abitato di Montefiore dell'Aso. Costruita a ridosso di un incrocio tra due vie che da Porta Dritta si diramano per raggiungere la piazzetta della chiesa di San Francesco, Via Mazzini quella più in basso mentre l'altra è chiamata Via Ghibellina. Qui sorgevano alcuni dei palazzi della ricca borghesia che si andava formando durante il rinascimento, davanti infatti si allunga la mole di Palazzo De Sgrilli - Montani ed a poca distanza anche le case dei notai Rossi adiacenti alla chiesetta dei Santi Vitale e Giovanni. Eretta interamente in cotto con le finestre ed il portale della facciata in pietra arenaria ben scolpita, questa si eleva per due piani mentre un piano sottostrada ha il suo ingresso sul retro che si affaccia sulla più bassa via Mazzini. La parte posteriore non presenta particolarità architettoniche, ristrutturata in un secondo periodo ha delle spesse cornici che dividono i piani e delle semplici finestre, senza alcuna decorazione. Molto interessanti invece sono gli ornamenti della facciata, non troppo ritoccati negli anni, l'architrave sopra il portale è retto da due eleganti mensole dove è impresso un riccio, vi sono riportati il nome di Cichus Simonitti e la scritta in latino "La sollecitudine è la madre delle ricchezze" con la datazione del 1546.
Lo stemma raffigurante tre colli con un'albero piantato in quello centrale, è affiancato da un toro a destra ed una figura umana non chiaramente leggibile della quale si intravvede un pezzo di veste. Le finestre seguono lo stile tipico dell'epoca con le mensole e le cornici lavorate e le architravi scolpite con invocazioni o altri scritti, alla base del tetto una fila di mattoni posizionati a dente di lupo conclude l'opera.
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