Monte Vidon Corrado è sorto in epoca medievale in posizione strategica, sull’asse di comunicazione tra la valle del Tenna e il Chienti, in uno sperone panoramico che domina il territorio dai Sibillini al mare. Il toponimo è riferibile al ”castello di Guidone” ed in seguito di “Corrado”, uno dei figli di Fallerone, di cui resta la prima menzione in un documento del 1229, quando Fermo cercò la coalizione con i castelli vicini per arginare la volontà d’espansione di Rinaldo, duca di Spoleto. La matrice medievale è fortemente leggibile nella struttura urbana, improntata sull’antico incasato del castello feudale le cui mura poligonali, attualmente inglobate in costruzioni più tarde, risalgono al XIV-XV secolo. Domina la facciata settecentesca della chiesa parrocchiale di San Vito, con annesso convento: all’interno tele settecentesche del Monti, un crocefisso di scuola del Guercino e la cappellina secentesca del santo dedicatario interamente stuccata. Passando davanti al palazzotto quattrocentesco con decorazioni in cotto e arco ogivale senese, si giunge alla piazzetta del comune, su cui si affaccia la dimora del grande artista del ‘900 Osvaldo Licini, sede della Casa Museo. È una casa padronale settecentesca, strutturata su tre livelli, dove Licini – dopo gli anni degli studi accademici a Bologna e a Firenze e dopo il soggiorno parigino – scelse di tornare a vivere insieme alla moglie svedese Nanny. Sempre in piazza Osvaldo Licini si trova il Centro Studi a lui dedicato, con una ventennale attività di ricerca ed espositiva a suo attivo, con un esposizione permanente. Scendendo attraverso il piccolo sottoportico denominato “Galleria dell’Arte” si giunge al parco pittorico, che nella bella stagione si tinge di fiori e piante con i colori della tavolozza liciniana. La passeggiata intorno al centro storico offre incantevoli scorci panoramici sui borghi limitrofi e fino al lontano orizzonte montano. Insieme a Falerone, Massa Fermana e Montappone fa parte dello storico distretto della paglia, che ha radici settecentesche. Gran parte della popolazione era impiegata nell’intero ciclo di produzione, dalla raccolta alla lavorazione delle trecce, alla realizzazione dei cappelli fino alla vendita nelle fiere e nei mercati. Attualmente il paese è specializzato nella realizzazione di accessori moda e di minuterie metalliche. Il coniglio in porchetta è un piatto tipico della zona.
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